“La Bibbia è una raccolta di testi molto particolare, poiché permette
livelli e prospettive di lettura molto diverse tra loro, senza che esse siano
in contraddizione l’una con l’altra: spirituale, pastorale, letterario, storico,
esistenziale ecc. Qualsiasi docente di Sacra Scrittura, come anche chi
opera nella pastorale, sa che, prima di accostarsi a un testo biblico, deve
scegliere da quale prospettiva intende analizzarlo, poiché essa influenza
fortemente le riflessioni successive, la scelta degli elementi importanti del
testo e la sua interpretazione finale. Dietro questa valutazione è implicita la
consapevolezza che non tutti i metodi sono adeguati per ogni altro livello
di lettura. La prospettiva scelta pregiudica fortemente il percorso e l’esito
della riflessione e si rivela tanto più importante quanto più è oscuro il
passo biblico che si vuole interpretare.
Ogni epoca, in base alla propria sensibilità, ha proposto diversi criteri
di interpretazione biblica, che hanno permesso di risolvere alcuni problemi
e, contemporaneamente, ne hanno posti altri, mettendo in luce significati
rimasti fino a quel momento nell’ombra. Negli ultimi centocinquanta anni il
metodo storico critico ha dominato gli studi esegetici, mentre in tempi più
recenti è stato incalzato dall’interpretazione canonica.” (Note di metodologia biblica
di Debora Tonelli)
