Clonare Hitler
CRONACHE - Domenica 05 Agosto 2001
La setta di Rael «Abbiamo i mezzi per clonare Adolf Hitler»
BERLINO
«Cloneremo Adolf Hitler». Claude Vorhilon, più noto come «Rael», fondatore e leader
della setta canadese che fa della clonazione umana il suo business prioritario, viene
intervistato dalla tv tedesca 3Sat nel corso della dotta trasmissione KulturZeit, tempo di
cultura. Gli spettatori sobbalzano. Hitler? Rael non si scompone. «Così potrebbe finire
davanti a un tribunale. E i primi a rallegrarsene sarebbero proprio gli ebrei». Più
provoca, più estatico si fa il suo sorriso. «Noi raeliani non siamo solo i migliori. Noi
rappresentiamo l'eccellenza. Il mondo resterà a bocca aperta, quando vedrà di che cosa
siamo capaci». Già c'è una candidata alla gravidanza, la ventiduenne Marina Boisselier,
studentessa d'arte a Versailles, ma soprattutto figlia della direttrice scientifica del
progetto, Brigitte Boisselier. Non è però detto che sarà lei a portare a compimento il
progetto. Altre cinquanta donne si sono già fatte avanti, e sarà il caso a decidere chi,
fecondata artificialmente con i geni di Hitler, riuscirà a portare a termine la
gravidanza. La comunità ebraica tedesca insorge. «Quest'uomo è un pazzo. Bisogna
fermarlo. Le sue illusioni scientifiche gli procureranno un sacco di seguaci», dice
Michael Fürst, presidente dell'Associazione ebraica della Bassa Sassonia. Elan Steinberg,
direttore del Congresso ebraico mondiale, la prende sul ridere: «E' la cosa più stupida
che abbia mai sentito. Al massimo farebbe un gemello genetico». Rael alza sempre di più
il tiro delle sue provocazioni, e così continua a fare parlare di sé. Di lui si sa
quello che vuole si sappia: che è stato concepito la notte di Natale del 1945, messaggero
dell'infinito, con la missione di rivelare agli uomini la loro origine extraterrestre. E
regalare loro l'immortalità. La clonazione è solo un primo passo, che Rael e la sua
«vescova» e scienziata Boisselier sono sicuri di poter fare nel giro di pochi anni.
Hanno già arruolato nella setta, dicono, due genetisti e due maghi della fecondazione
artificiale. Il loro laboratorio, Clonaid, fino a poco fa era nelle Bahamas. Ma hanno
dovuto chiuderlo, sotto una doppia pressione: prima un'inchiesta giornalistica francese,
che ha chiesto alle autorità locali se veramente intendevano consentire sul loro
territorio la clonazione umana, adesso il divieto ufficiale degli Stati Uniti. Boisselier
ha annunciato che «per ovvie ragioni di sicurezza», resta segreto il nuovo nome della
società e l'indirizzo del laboratorio. Ma il lavoro continua, la determanazione c'è e i
fondi pure: li fornisce una coppia che ha perso il figlio di dieci mesi e vuole che
una sua replica sia il primo essere umano clonato. I raeliani hanno aperto una lista
d'attesa ma al momento non accettano né ordinazioni né anticipi, anche se già hanno un
listino-prezzi: 200 mila dollari, quasi mezzo miliardo, per la clonazione; 50 mila dollari
per conservare nella loro «banca biologica» cellule umane, pronte per un'eventuale
clonazione. Quanto all'immortalità, pensano di trasferire nel cervello clonato la memoria
e la personalità d'origine. «Così il nuovo uomo si ricorda della sua vita precedente e
immagazzina conoscenze all'infinito - spiega Rael -. E non crediate che questa sia
fantascienza. Accadrà entro vent'anni». Per fortuna i «padri» della pecora Dolly vanno
dicendo che la clonazione non è così semplice come pensavano.[m. ver.]