Filippine, decapitati
due Testimoni di Geova
All'interno: Articoli precedenti e siti di
Maria Ressa, CNN Correspondent
FILIPPINE
(CNN) -- Estremisti musulmani collegati ad Al Qaeda hanno decapitato due dei sei ostaggi
da loro sequestrati nell'isola di Jolo, un remoto lembo di terra a sud delle Filippine. Lo
riferiscono oggi, giovedì, fonti militari filippine, secondo cui i due morti sarebbero
stati Testimoni di Geova.
Le teste dei
due uomini sono state ritrovate giovedì sulla stessa isola di Jolo. Secondo le autorità
locali, si trattava di venditori porta a porta (rappresentanti di cosmetici e di tè alle
erbe) che erano stati presi in ostaggio martedì pomeriggio nella città di Patikul. E'
quanto sostiene il generale Romeo Tolentino, comandante militare dell'esercito filippino.
Testimoni
hanno identificato uno dei rapitori come Muir Maulod Sahiron, nipote del leader locale Abu
Sayyaf.
Il colonnello
Renaldo Detabali, responsabile per le operazioni militari condotte nella zona meridionale
delle Filippine, ha confermato che gli ostaggi sono stati catturati da guerriglieri di Abu
Sayyaf.
Tolentino ha
detto alla CNN che al gruppo di ostaggi (che includeva alcuni Testimoni di Geova) era
stato sconsigliato di avventurarsi in quella remota regione, da qualcuno ribattezzata il
"selvaggio west" delle Filippine.
L'isola di
Jolo è conosciuta come una fortezza di Abu Sayyaf, ma è anche la sede di altri gruppi di
combattimento musulmani. Il lembo di terra si trova a circa 900 chilometri a sud della
capitale filippina, Manila.
Abu Sayyaf è
sospettato di attività terroristiche nella zona e dall'anno scorso è nella lista dei
ricercati dai militari.
IL NUOVO
Due di sei
ostaggi rapiti ieri dalla guerriglia islamica nelle Filippine, sono stati decapitati.
Nelle mani dei rapitori altre donne. Secondo gli Usa il gruppo, che fa capo ad Abu Sayyaf,
è legato ad al-Qaeda.
ZAMBOANGA
(Filippine) - "Chi non crede in Allah
subirà la stessa sorte". Il cartello è firmato da uno dei gruppi fondamentalisti
islamici più crudeli, quello del separatista Abu Sayyaf, attivo nell Filippine, e
campeggia davanti alla testa mozzata di un ostaggio, sequestrato ieri insieme a sette
compagni, tutti di nazionalità filippina sebbene affiliati ai testimoni di Geova e
intenti, con bibbie e opuscoli religiosi, a far propaganda di fede sull'isola. La testa,
lasciata ritrovare ai militari dell'esercito, è la seconda mozzata a uno degli ostaggi
finiti ieri nelle mani della guerriglia islamica dell'arcipelago.
Le autorità
del governo nazionale stanno disperatamente cercando il gruppo di estremisti, per
fermarli. Nelle loro mani, restano quattro persone, tutte donne. I rapiti, erano
inizialmente otto, tre uomini e cinque donne. Secondo le prime indiscrezioni sarebbero
stati addrittura rappresentanti della Avon, una delle più grandi catene di vendita per
corrispondenza di cosmetici. Poi, l'azienda statunitense ha smentito che gli otto
facessero parte dell'elenco dei loro rappresentanti, mentre l'sercito ha cofnermato che sono invece testimoni di Geova.
Due di loro
però, maschi, di religione musulmana, sono stati liberati subito. Gli altri, sono andati
incontro a un vero e proprio inferno.
(22 AGOSTO
2002, ORE 7.28)
Francesco
Sisci
sotto,
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