Giovanni 17:3

Discutiamo in questo articolo un altro testo contestato da molti che nella TNM viene reso nel modo seguente

"Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo."

Altre traduzioni che sembrano essere più popolari non usano l’espressione "acquistino conoscenza", ma "che essi possano (o debbano) conoscere te" RSV, KJV, ASV. "Conoscendo te" The Living Bible. "Per conoscere te" The Revised Berkeley Version. "Che essi possano conoscere te" NIV.

Queste traduzioni danno l’idea che tutto quello che occorra per avere salvezza sia conoscere Dio e suo Figlio. Mentre la TNM già menzionata rende l’idea di un processo continuativo nell’acquistare conoscenza. Questo indica che più che la semplice conoscenza di Dio è implicato un impegno continuo nell’acquistare conoscenza di Dio.

La parola conoscere o conoscenza si basa sulla parola greca GINOSKO" GINOSKO.

Il Vine Expository Dictionary of New Testament Words dice:

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Conoscere. Conosciuto, Conoscenza, Sconosciuto

A-1, ginosko, [Verbo, 1097]

Significa dunque "venire a conoscenza, venire a conoscere, riconoscere, capire", o "capire completamente", per es. Marco 13:28, 29; Giov. 13:12; 15:18; 21:17; 2 Cor. 8:9; Ebrei 10:34; 1 Giov. 2:5; 4:2, 6 (due volte), 7, 13; 5:2, 20; nella coniugazione al passato spesso significa "conoscere nel senso di riconoscere", l’aoristo o aspetto momentaneo di un’azione indicante solitamente definitezza o determinatezza, Matteo 13:11; Marco 7:24; Giov. 7:26; in Giov. 10:38 "affinché conosciate (aoristo) e continuate a conoscere, (presente)"; Giov. 19:4; Atti 1:7; 17:19; Rom. 1:21; 1 Cor. 2:11 (seconda parte), 14; 2 Cor. 2:4; Ef. 3:19; 6:22; Fil. 2:19; 3:10; 1 Tess. 3:5; 2 Tim. 2:19; Giac. 2:20; 1 Giov. 2:13 (due volte), 14; 3:6; 4:8; 2 Giov. 1:1; Riv. 2:24; 3:3, 9. Nella forma passiva spesso significa "essere conosciuto", per es. Matt. 10:26; Fil. 4:5. Nel senso di conoscenza completa e assoluta, come capacità di Dio, è usato per es. in Luca 16:15; Giov. 10:15 (sia del Figlio come del Padre); 1 Cor. 3:20. In Luca 12:46, AV, è reso "egli è … consapevole".

Nel NT ginosko indica di frequente una relazione tra la persona "che conosce" e l’oggetto conosciuto; in questa accezione, ciò che è "conosciuto" ha valore o importanza per colui che conosce, indicando quindi l’esistenza di una relazione, per es. con particolare riferimento a "conoscenza" di Dio, 1 Cor. 8:3, "se uno ama Dio, lo stesso è conosciuto da Lui"; Gal. 4:9, "essere conosciuto da Dio"; qui il "conoscere" suggerisce approvazione e porta il significato "essere approvato"; così in 2 Tim. 2:19; confronta Giov. 10:14, 27; Gen. 18:19; Naum 1:7; la relazione in questione può implicare un castigo riparatore o che porta rimedio, Amos 3:2. La stessa idea di apprezzamento nel senso di "conoscenza" sottosta a diverse dichiarazioni concernenti la "conoscenza" di Dio e della Sua verità da parte dei suoi credenti, come per es. Giov. 8:32; 14:20, 31; 17:3; Gal. 4:9 (prima parte); 1 Giov. 2:3, 13, 14; 4:6, 8, 16; 5:20; tale "conoscenza" è conseguita non da una mera attività intellettuale, ma dall’operare dello Spirito Santo conseguente all’accettazione di Cristo. Né tale "conoscenza" è caratterizzata da finalità; vedere per es. 2 Pietro 3:18; Osea 6:3, RV.

Il verbo è usato anche per esprimere pensiero di connessione o unità, come tra uomo e donna, Matteo 1:25; Luca 1:34.

A-2, oida, [Verbo, 1492]

Dalla stessa radice di eidon, "vedere", è un tempo perfetto con significato di presente che esprime il concetto primario "avere visto o percepito"; quindi "conoscere, avere conoscenza di", in senso assoluto come di conoscenza di Dio, per es. Matteo 6:8, 32; Giov. 6:6, 64; 8:14; 11:42; 13:11; 18:4; 2 Cor. 11:31; 2 Pietro 2:9; Riv. 2:2, 9, 13, 19; 3:1, 8, 15; o nel caso di "conoscenza" umana, conoscere attraverso osservazione, per es. 1 Tess. 1:4, 5; 2:1; 2 Tess. 3:7.

Le differenze fra ginosko (n° 1) e oida richiedono considerazione: (a) ginosko suggerisce frequentemente un inizio o un progresso nella "conoscenza", mentre oida suggerisce completezza di "conoscenza", per es. Giov. 8:55, "voi non Lo avete conosciuto" (ginosko), cioè cominciato a "conoscere", "ma io Lo conosco" (oida), cioè "Lo conosco perfettamente", Giov. 13:7, Ciò che sto facendo non lo capisci al presente", cioè Pietro non ne capiva (oida) ancora il significato, "ma lo capirai", cioè "verrai a conoscerlo (ginosko) dopo queste cose", Giov.14:7, "Se aveste conosciuto me" (ginosko), cioè "se aveste conosciuto me in modo preciso", "voi avreste conosciuto anche il Padre mio" (oida), cioè, "avreste avuto comprensione di:" "da questo momento in poi Lo conoscete" (ginosko), cioè, venendo inconsapevolmente al Padre come il Solo che era in Lui, essi avrebbero ora fatto una costante e progressiva esperienza nel "conoscere" Lui; in Marco 4:13, "Non conoscete (oida) questa parabola? E come conoscerete (ginosko) tutte le parabole?" (RV), cioè, "Non conoscete questa parabola? Come verrete a comprendere tutte …" dichiarando così che la prima parabola serve a mettere alla prova; (b) mentre ginosko implica frequentemente una relazione attiva fra colui che "conosce" e la persona o la cosa "conosciuta" (vedere n° 1 sopra), oida esprime il fatto che l’oggetto è pervenuto semplicemente nell’ambito della comprensione del "conoscitore"; quindi in Matteo 7:23 "Non vi ho mai conosciuti" (ginosko) suggerisce "Non sono mai pervenuto in una relazione approvata con voi", mentre in Matteo 25:12 "Non vi conosco" (oida) suggerisce "non avete avuto nessuna relazione con Me".

A-3, epiginosko, [verbo. 1921]

Denota (a) "osservare, comprendere pienamente, notare attentamente, discernere, riconoscere" (epi, "sopra" e n° 1); suggerisce generalmente una comprensione diretta dell’oggetto "conosciuto" in maniera più speciale di quanto indichi il n° 1; può suggerire anche "conoscenza" avanzata o speciale apprezzamento; quindi, in Romani 1:32, "conoscere il giusto decreto di Dio" (epiginosko) significa "conoscere molto bene", mentre in Rom. 1:21 "conoscere Dio" (ginosko) suggerisce semplicemente che essi non possono evitare la conoscenza.

Talvolta epiginosko implica una speciale partecipazione nell’oggetto "conosciuto" e dà maggior peso a quanto è dichiarato; quindi in Giov. 8:32 "conoscerete la verità" viene usato ginosko, mentre in 1 Tim. 4:3 "quelli che hanno fede e conoscono la verità", epiginosko mette in risalto partecipazione nella verità. Confrontate l’affermazione più vigorosa contenuta in Col. 1:6 (epiginosko) con quella contenuta in 2 Cor. 8:9 (ginosko), e i due verbi usati in 1 Cor. 13:12, "ora io conosco parzialmente (ginosko); ma allora conoscerò (epiginosko) accuratamente come sono anche accuratamente conosciuto (epiginosko)", "una conoscenza che unisce perfettamente il soggetto all’oggetto; (b) "scoprire, accertare, determinare", per es. Luca 7:37; 23:7; Atti 9:30; 19:34; 22:29; 28:1; in Atti 24:11 i migliori manoscritti usano questo verbo anziché il n° 1; quindi la RV, "acquistare conoscenza". J. Armitage Robinson (in Efesini) mette in risalto che epignosis è "conoscenza diretta di un particolare oggetto, percezione, discernimento", mentre gnosis è conoscenza in senso astratto. Vedete RICONOSCIMENTO.

A-4, proginosko, [verbo, 4267]

"conoscere anticipatamente" esprime (a) "preconoscenza" divina in relazione a quelli che hanno fede, Rom. 8:29; a Israele, Rom. 11:2; a Cristo come Agnello di Dio, 1Pietro 1:20, RV, "preconosciuto" (AV, "preordinato"); (b) di "conoscenza" umana anticipata, di una persona, Atti 26:5, RV, "che hanno conoscenza di" (AV, "che conoscono"); di fatti, 2 Pietro 3:17. Vedete PRECONOSCERE.

A-5, epistamai, [verbo, 1987]

"conoscere, sapere di, capire" (probabilmente un’arcaica forma intermedia di ephistemi, "porre sopra"), usato in Marco 14:68, "capire", che segue oida "Non lo conosco (né) capisco"; il più frequente in Atti 10:28; 15:7; 18:25; 19:15, 25; 20;18; 22:19; 24:10; 26:26; altrove, 1 Tim.6:4; Ebrei 11:8; Giac. 4:14; Giuda 1:10. Vedete CAPIRE.

A-6, sunoida, [verbo, 4923]

Sun, "con", e n° 2, un tempo perfetto con significato di presente, denota (a) "condividere la conoscenza di, essere edotto di", Atti 5:2; (b) "essere consapevole di", specialmente nel senso di consapevolezza colpevole, 1 Cor. 4:4, "Non mi rendo conto di nulla contro (AV, da) me stesso". Il verbo è connesso a suneidon, riportato in Atti 12:12; 14:6 (nei testi migliori). Vedete CONSIDERARE, EDOTTO, CONSAPEVOLE

A-7, agnoeo, [verbo, 50]

"non conoscere, essere ignorante:" Vedete IGNORANTE

A-8, gnorizo, [verbo, 1107]

Significa (a) "venire a conoscere, scoprire, conoscere" Fil. 1:22, "Non conosco", cioè, "Non sono venuto a conoscere" (la RV, margine, lo rende come sotto (b), "Non lo faccio conoscere"); (b) "fare conoscere" sia (I) comunicando cose "precedentemente sconosciute", Luca 2:15, 17; in quest’ultimo alcuni manoscritti hanno il verbo diagnorizo (quindi la AV, "fatto conoscere fuori)"; Giov. 15:15 "Io ho fatto conoscere"; 17:26; Atti 2:28; 7:13 (prima parte), vedete nota (3) sotto; Rom. 9:22, 23; 16:26 (voce passiva); 2 Cor.8:1, "(vi) facciamo conoscere", RV, AV, "Noi (vi) facciamo sapere"; Ef. 1:9; 3:3, 5, 10 (tutti e tre nella voce passiva); 6:19, 21; Col. 1:27; 4:7, 9, "farà sapere"(AV, "dichiarerà"); Pietro 1:16; o (II) riaffermando cose già "conosciute", 1 Cor. 12:3, "(Vi) faccio conoscere" (l’apostolo riafferma ciò che essi conoscono); 1 Cor. 15:1, del Vangelo; Gal. 1:11 (egli rammenta loro ciò che essi ben conoscono, il motivo della rivendicazione del suo apostolato); Fil. 4:6 (voce passiva), richieste rese note a Dio. Vedete ATTESTARE, DICHIARARE (Nota), COMPRENDERE, SAPERE, CONOSCERE.

Note: (1) In 2 Tim. 3:10, AV, parakoloutheo, "seguire strettamente, seguire come uno standard di condotta", è tradotto "hai pienamente conosciuto" (RV, seguisti"). Vedete SEGUIRE. (2) In 2 Tim. 4:17, AV, plerophoreo, "compiere, adempiere", è tradotto "potesse essere conosciuto pienamente" (RV, "potesse essere proclamato pienamente"): Vedete ADEMPIERE. (3) In Atti 7:13, alcuni manoscritti hanno il verbo anagnorizo, "farsi conoscere", "fu fatto conoscere" anziché il n° 8 (che vedete). (4) In Atti 7:13 (seconda parte) la AV, "fu fatto conoscere" traduce la frase phaneros ginomai, "divenire manifesto" (RV, "divenne manifesto"). Vedete MANIFESTO. (5) Per diagnorizo, "fare conoscere", in Luca 2:17, vedete il n° 8. (6) Per diagnosko, in Atti 24:22, "Conoscerò l’ultimo di",. Vedete DETERMINARE, n° 5.

B-1, gnostos, [aggettivo, 1110]

Una tarda forma di gnostos (dal n° 1) denota più frequentemente "conosciuto"; è usato dieci volte in Atti, sempre con quel significato (salvo che in Atti 4:16, dove significa "notevole"); due volte in Giovanni 18:15, 16; in Luca 2:44; 23:49 denota "conoscenza"; altrove solo in Rom. 1:19, "(quello che) si può conoscere (di Dio)", letteralmente "il conoscibile di Dio", riferito all’universo fisico, della cui creazione Dio si è reso "conoscibile", cioè mediante l’esercizio delle naturali facoltà umane, senza le rivelazioni soprannaturali come quelle date ad Israele. Vedete CONOSCENTE.

B-2, phaneros, [aggettivo, 5318]

"visibile, manifesto", è tradotto "conosciuto" in Matteo 12:16; Marco 3:12.

Vedete APPARIRE, MANIFESTO, APERTAMENTE, ESTERIORMENTE.

B-3, epistemon, [aggettivo, 1990]

Simile ad A, n° 5, "che conosce, capace", è usato in Giacomo 3:13, AV, "dotato di conoscenza"

(RV, "che capisce").

B-4, agnostos, [aggettivo, 57]

Il negativo del n° 1, "sconosciuto", è riportato in Atti 17:23.

C-1, gnosis, [sostantivo, 1108]

Primariamente "una ricerca del sapere, un’inchiesta, un’investigazione" (simile ad A n° 1), denota nel NT "conoscenza", specialmente di verità spirituale; è usato (a) in senso assoluto, in Luca 11:52; Rom. 2:20; 15:14; 1 Cor. 1:5; 8:1 (due volte), 7, 10, 11; 13:2, 8; 14:6; 2 Cor. 6:6; 8:7; 11:6; Ef. 3:19; Col. 2:3; 1 Pietro 3:7; 2 Pietro 1:5, 6; (b) con un oggetto: riguardo a (1) Dio, 2 Cor. 2:14; 10:5; (2) la gloria di Dio, 2 Cor.4:6; (3) Cristo Gesù, Fil. 3:8; 2 Pietro 3:18; (4) salvezza, Luca 1:77; (c) soggettivamente, "conoscenza" di Dio, Rom. 11:33; la parola di "conoscenza", 1 Cor. 12:8; la falsamente chiamata "conoscenza", 1 Tim. 6:20.

C-2, epignosis, [sostantivo, 1922]

Simile ad A, n° 3, denota "conoscenza esatta o completa, discernimento, riconoscimento", ed è una forma rafforzata del n° 1, esprimente una "conoscenza" completa o più completa, una maggiore partecipazione dell’oggetto "conosciuto" da parte del "conoscitore", con una maggiore influenza su lui. Non è presente nei Vangeli né negli Atti. Paolo lo usa 15 volte (16 se si include Ebrei 10:26) fuori di 20 avvenimenti; Pietro 4 volte, tutte nella sua seconda epistola. Epignosis usato in Rom. 1:28 contrasta col verbo semplice usato in Rom. 1:21. "In tutte le quattro epistole della prima prigionia romana è un elemento contenuto nella preghiera di apertura dell’apostolo per il benessere dei suoi corrispondenti, Fil. 1:9; Ef. 1:17; Col. 1:9; Filem. 1:6" (Lightfoot). E’ usato con riferimento a Dio in Rom.1:28; 10:2; Ef.1:17; Col.1:10; 2 Pietro 1:3; a Dio e a Cristo, 2 Pietro 1:2; a Cristo, Ef. 4:13; 2 Pietro 1:8; 2:20; alla volontà del Signore, Col. 1:9; a ogni cosa buona, Filem. 1:6, RV (AV, "riconoscimento"); alla verità, 1Tim. 2:4; 2 Tim. 2:25, RV; 3:7; Tito 1:1, RV; al mistero di Dio. Col. 2:2, RV, "(che essi) possano conoscere" (AV, "al riconoscimento di"), letteralmente, "dentro una completa conoscenza". E’ usato senza la menzione di un oggetto in Fil. 1:9; Col. 3:10, RV, "(rinnovato) alla conoscenza". Vedete RICONOSCIMENTO.

C-3, agnosia, [sostantivo, 56]

La negazione del n° 1, "ignoranza", è reso "non conoscenza" in ! Cor. 15:34, RV (AV, "la non conoscenza"; in 1 Pietro 2:15, ignoranza. Vedete IGNORANZA.

Nota: In Ef. 3:4, AV, sunesis, "comprensione", è tradotto "conoscenza"; RV, "comprensione". Per kardiognostes vedete CUORE (conoscere il).

 

"GINOSKO" … significa assimilare conoscenza, venire a conoscere, comprendere, o comprendere pienamente"

A Manual Greek Lexicon of the New Testament by G. Abbott-Smith [Lessico manuale del greco del NT] dice "assimilare conoscenza, venire a conoscere, riconoscere, percepire, comprendere …Della conoscenza di cose divine, di Dio e di Cristo … Giov. 17:3"

In conclusione possiamo affermare che il verbo greco GINOSKO denota l’atto del conoscere mediante esperienza. Venire a conoscere il nostro Creatore e il Figlio suo in perenne continuità, come nell’arco di una vita in cui si conosce realmente un amico o un parente. E il solo modo in cui possiamo pervenire alla conoscenza del nostro Dio è quello di praticare uno studio assiduo ed approfondito della sua parola.

 

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