Matteo 26:26
PREMESSA
(Rivisto il 27.04.2001)La traduzione di questa e molte altre scritture costituisce in realtà un "falso problema", generato dalla critica, in verità miope, che mira a considerare valido e legittimo un solo modo di tradurre un vocabolo oppure una frase: il modo da essa preferito!
Altre traduzioni legittime e forse anche migliori sono considerate "manipolazioni". Ma con un esame nemmeno troppo lungo si scopre che la causa di tanta critica non è l'alterazione della lingua originale per sostenere dottrine particolari ma, al contrario, l'impossibilità di sostenere le particolari dottrine professate dai critici in questione, se posti di fronte a tale traduzione!
Talvolta pare di scorgere nell’atteggiamento di questi convinti signori come il battere rumorosamente i piedi del bambino viziato al quale si è tolto il lecca-lecca.
Matteo 26:26 descrive la scena dell’ultima cena fra Gesù e gli apostoli, in particolare il momento in cui Gesù spezza il pane e lo dà agli apostoli.
La frase incriminata è
"touto estìn to soma mou"
tradotto da molte versioni "questo è il mio corpo" mentre la TNM rende "questo significa il mio corpo".
Domanda: cosa significa "estìn"?
Risposta: basilarmente "è", ma anche "significa"-"rappresenta".
Anche in italiano il senso della terza pers. sing. "è" (ed in verità di tutto il verbo essere) è variato ed ampio;
ad esempio cosa si capisce se dico "mio padre è nero, meglio che non gli chiedo nulla"? Che mio padre è di razza nera mentre io di razza bianca? Dal contesto è evidente il senso non letterale del verbo?Tornando al greco se prendiamo infatti un vocabolario dei termini greci troviamo che il verbo "eimì" (di cui la terza pers. sing. "estì-n") viene reso 1)"... esisto, sono,vivo, accado...2) ..in senso perifrasico: sono corrisponde a chiamarsi, significare, costituire, fare, valere.. (Vocabolario greco-italiano di Lorenzo Rocci, trentaduesima edizione - Soc. ed.D. Alighieri - 1985 pagina 551, sottolineatura nostra.)
Per esemplificare in termini pratici prendiamo un altro brano del NT che contiene lo stesso verbo, 1 Corinti 10:4, che recita: "quel masso di roccia significava (gr. èn, da estìn) il Cristo". Sono certo che nessuno insisterà nel voler affermare che il Cristo era letteralmente un masso di roccia! E’ evidente che era "rappresentato" o "simbolicamente prefigurato" da un masso di roccia.
In questo caso non ci sono particolari riti e liturgie da difendere ma, se per caso, in vece del pane Gesù avesse fatto passare fra gli apostoli un sasso e fosse nato un rito mistico sul passaggio del sasso nella Messa ecco che sicuramente oggi avremo discusso su 1 Corinti 10:4 e non su Matteo 26:26, mentre io avrei portato come esempio Matteo 26:26. Si prenda anche la traduzione di Matteo 9:13 e 12:7 della CEI dove lo stesso verbo estìn viene reso "significa" senza che nessuno tiri in ballo manipolazioni isteriche.
Ecco i versetti in questione:
Mt. 9:13 "Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori»."
Mt. 12:7 "Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa."
Dunque si tratta di un falso problema. La nostra conclusione?
Si vuole tradurre "estìn" di Matteo 26:26 con "è"? Benissimo.
Si vuole tradurre "estìn" di Matteo 26:26 con "significa"? Benissimo lo stesso.
Ciò che non va affatto bene è considerare la seconda traduzione errata o addirittura manipolata.
Così come l’intendimento del traduttore della CEI lo spinge a usare "è", l’intendimento del traduttore della TNM lo spinge a usare "significa", nel rispetto della lingua e della grammatica.
Se non si arriva o non si vuole capire questo fatto temiamo che discutere ulteriormente di "traduzione" sia semplicemente una perdita di tempo.
Sicuramente si potrà discutere della teologia del brano in questione, ma questo è tutt’altro problema! Si tratta possibilmente del vero terreno del dibattito fra estimatori dell’una e dell’altra traduzione, ma cio' va oltre lo scopo di questa pagina. Cercare di spostare la discussione sul terreno della traduzione e della grammatica greca non sarà forse un sintomo di debolezza di argomenti teologici?
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