I Testimoni di Geova negano
il monoteismo biblico?
in risposta a Robert M. Bowman Jr. e al suo libro
"Perché dovreste credere nella Trinità"
di Mitchell Gray
Robert Bowman sembra credere che i Testimoni di Geova neghino il monoteismo biblico. Scrive nel suo libro: "É quindi importante notare che i TdG negano recisamente questo basilare insegnamento biblico" (Bowman 50). Questo quindi solleva la domanda: I Testimoni di Geova negano realmente il monoteismo biblico? La risposta è no, ma il Sig. Bowman sembra non desiderare niente di più che i suoi lettori credano di 'si.' Semmai sono il Sig. Bowman e la schiera degli altri trinitari che negano il monoteismo Biblico ed esprimono una forma, un ramo di monoteismo che non esisteva nei tempi biblici.
Bowman scrive che benché i TdG "ammettano che c’è solo un Dio Onnipotente, sostengono che ci siano, oltre quel Dio, molte creature giustamente riconosciute nella Bibbia come 'déi'" e che i TdG siano in realtà enoteisti (Bowman 50). Bowman è colpevole di due cose: primo, non comprende la differenza tra il monoteismo biblico e quello da lui esposto, che spiegherò brevemente, poiché concepisce solo due differenziazioni per la parola "dio." Bowman crede che ci siano solo veri D-déi e falsi D-déi. Nella categoria degli D-déi veri solo uno soddisfa i requisiti per essere il Vero Dio, il Dio adorato da ebrei e cristiani. Quindi ci sono falsi D-déi ai quali appartiene qualsiasi cosa, oggetto di adorazione che non si adatti alla categoria del Vero Dio (Bowman 51).
Bowman sostiene che Gesù non potrebbe essere "un dio" senza essere un falso Dio (Bowman 94). Ciò è dovuto al fatto che egli manca di comprendere (1) il monoteismo biblico, (2) il significato biblico della parola ‘dio’ e (3) le differenti categorie di veri e falsi D-déi. Tutto ciò sarà brevemente chiarito.
Cominceremo differenziando il monoteismo biblico da quello sostenuto da Bowman. Dopo un attento studio sono pervenuto alla conclusione che vi siano comunemente due forme di monoteismo. C’è un monoteismo biblico e un monoteismo rigido. Semplicemente il monoteismo biblico e la fede in un solo Dio Onnipotente e Supremo, ma questo consente che ci si possa riferire ad altri con il titolo "dio", senza che sia necessariamente un falso dio. Questo differisce dall’enoteismo per il fatto che nella fede enoteista si adora un solo Dio Onnipotente senza negare l’esistenza di altri déi che possano essere adorati. L’enoteismo non deve essere confuso con il monoteismo o con il politeismo (l’adorazione di più di un Dio).
Nel monoteismo biblico solo l’Iddio Onnipotente è adorato e servito. Non esistono altri déi che possano essere adorati. Ci sono comunque altri esseri ai quali ci si può riferire come "dio", ma non sono déi (degni di adorazione). L’Onnipotente Dio dà loro (o permette loro) una posizione e grado di autorità per fare la sua volontà, agire come suoi rappresentanti (o governare semplicemente con gran potere). Prendiamo, per esempio, gli angeli. Possono essere chiamati "déi" ma non vengono adorati come "déi". (Riv. 22:8-9). L’Iddio Onnipotente concede loro di portare il Titolo di "déi", poiché agiscono quali suoi agenti. Essi sono suoi rappresentanti visibili o invisibili. Recano da parte sua messaggi agli esseri umani. Esercitano grande potere e autorità, concesso loro dall’Onnipotente Dio. Possono uccidere, castigare o punire chiunque, se lo ritengono necessario (Luca 1:8-20; Atti 7:53; Ebrei. 2:2; Gen. 19:11).
Ci si può riferire anche a esseri umani come "déi." A questo proposito vi sono molti esempi biblici (come pure non biblici) che presenterò più tardi. Bowman disapprova il monoteismo biblico, mentre sottoscrive il monoteismo rigido. Il monoteismo rigido è piuttosto diverso da quello biblico Il monoteismo rigido è stato creato da persone che intendevano dare al monoteismo un senso ancor più restrittivo rispetto alla definizione che ne da la Bibbia. Posso solo ritenere che fosse il mezzo con cui le chiese primitive (o quelle successive), intendevano combattere le eresie come quella degli Gnostici e di Marcione. Man mano che affioravano nuove idee circa la natura di Dio e la sua relazione con Gesù, i cristiani (e gli ebrei) avvertirono (consciamente o inconsciamente) la necessità di modificare il significato del monoteismo per impedire a queste idee "eretiche" di entrare nella teologia cristiana.
Il monoteismo rigido è quello che oggi prevale. Ci può essere solo un Dio. Nessuno può fregiarsi del titolo di "dio" e chi lo fa è un dio falso. Questa veduta non era sostenuta né dagli ebrei, nè dai primi cristiani.
Nel suo libro il Sig. Bowman critica due esempi che i TdG usano per provare il monoteismo biblico angelico e umano. Bowman fornisce molte ragioni sul perché egli non crede che angeli o esseri umani possano definirsi "déi" nella Bibbia. Discuteremo questi suoi argomenti in dettaglio. Anche se l’argomentazione di Bowman comincia dagli angeli, noi inizieremo dagli esseri umani.
L’uso biblico della parola ‘dio’
Nella Bibbia la parola "dio" può rappresentare una di queste tre entità: (1) l’Onnipotente Dio, (2) un falso dio, o (3) esseri o persone con un potere o autorità data o concessa loro da Dio. Solo due di queste categorie sono oggetto di adorazione: L’Iddio Onnipotente e i falsi déi idolatrici delle nazioni. Poiché uno solo può essere il Vero Dio e viene adorato come tale, tutti gli altri déi che sono adorati sono falsi. Notate che essi sono adorati come déi, ma poiché non sono il Vero Dio, sono conseguentemente falsi.
Alla terza categoria appartengono gli "déi" che non vengono adorati in nessun modo. Potreste chiedere: ‘Come allora sono "déi"? É vero che secondo l’uso moderno del termine "dio" lo consideriamo un essere cui e tributata adorazione. É tuttavia vero che tale opinione si è formata secondo la veduta rigidamente monoteista di chi Dio sia, ma non era così nei tempi antichi. Nei tempi biblici il termine "Dio poteva essere applicato a chiunque avesse grande potere o autorità. Chiunque, un re, un condottiero militare, perfino un profeta poteva esser definito "un dio." La maggior parte delle volte (specialmente nel mondo giudaico) la persona cui ci si riferiva come "dio" era qualcuno incaricato dall’Iddio Onnipotente di rappresentarlo sulla terra. Ciò che impediva loro di divenire falsi déi è che non veniva loro resa adorazione ed essi rifiutavano di essere adorati. Incutevano comunque grande rispetto e autorità. Quindi, Bowman confonde solo la questione quando restringe l’applicazione del termine "dio" al Vero Dio o a un dio falso.
Non cercherò di prestare sostegno a tutto quanto ho già detto nei precedenti paragrafi, documentando come esseri umani o angeli possono essere considerati "déi" senza per questo alterare il monoteismo ebraico, lo stesso che descrivo come monoteismo biblico. Ritengo che l’evidenza documentata (biblica e non biblica) che sarà provveduta dimostrerà che la posizione dei testimoni non è priva di fondamento.
Esseri umani possono essere ‘déi’
Bowman argomenta che gli esseri umani non possono essere déi in nessun modo o forma. Egli scrive che "la bibbia nega esplicitamente che uomini potenti, come re, dittatori o capi militari siano déi" (Bowman 55). Naturalmente ciò si basa sulla cattiva comprensione da parte di Bowman dell’uso biblico della parola Dio.[1] Per sostenere il suo punto di vista, Bowman critica gli esempi dove i TdG indicano che esseri umani sono definiti "déi". Per esempio Bowman dice che l’interpretazione di Salmo 82:6 da parte dei TdG non è corretta. Sostiene che i giudici umani chiamati elohim in questo versetto, sono definiti "déi" solo in senso ironico. Bowman spiega che "i giudici chiamati ‘déi’ in Salmo 82 non potevano essere realmente déi, poiché la Bibbia nega che uomini potenti o dotati di autorità, siano déi. . .più facilmente vengono chiamati ‘déi’ in senso ironico, denunciandoli come giudici malvagi" (Bowman 58). Il Sig. Bowman ha ragione di pensarla così? Esaminiamo il Salmo 82 e mettiamo alla prova la correttezza della sua interpretazione
Non dissento affatto con l’affermazione di Bowman che gli uomini in questo Salmo sono chiamati déi in un modo che evidenzia la loro malvagità. Questo si può capire da ciò che Dio dice di questi giudici nel secondo versetto. Egli chiede loro per quanto tempo ancora avrebbero giudicato con ingiustizia e parzialità. Bowman usa questo versetto come mezzo per "provare" il suo punto di vista, che siano "déi in senso ironico. Questo, comunque, non si adatta col contesto.
Dio dice a questi "déi" che dovevano essere giudici per le persone misere e di pochi mezzi. Non dovevano permettere al malvagio di calpestare e abusare dei nullatenenti, poiché questi camminavano in ciò che Dio chiama "tenebre" (vv. 3-5). É chiaro che queste tenebre sono di carattere spirituale. Sono i capi religiosi che giudicano e perciò, poiché sono malvagi, non insegnano al popolo le cose profonde di Dio. Questo, comunque non significa che tali giudici vengano definiti "déi" in senso ironico. Al versetto sei leggiamo: "Io stesso ho detto: ‘Voi siete dèi, E voi tutti siete figli dell’Altissimo'". Dio esplicitamente dice a noi (e a loro) che essi sono déi cui è stata data autorità dall’Altissimo per giudicare altri. Questo è mostrato anche dal versetto precedente che rivela che stanno giudicando il popolo in modo sbagliato, usando il loro potere in modo non corretto. Pare che si fossero insuperbiti, erano divenuti gonfi d’orgoglio. Questa potrebbe essere la ragione per cui Dio successivamente dice, "Sicuramente morirete proprio come muoiono gli uomini; E cadrete come uno qualsiasi dei principi!"(v. 7). Sembrerebbe addirittura che pensassero di non poter morire. Più probabilmente si consideravano dotati di così gran potere e autorità che la morte appariva così remota da non doverli riguardare. Questi uomini avevano abusato del potere dato loro dall’Iddio Onnipotente e a causa di ciò il salmista invoca che Dio si levi per giudicare la terra con giustizia (v. 8). In vista di quanto detto la conclusione e piuttosto diversa da quella di Bowman. Il versetto 6 dice enfaticamente che quegli uomini sono "déi". Essi sono "déi" perché l’Onnipotente permette loro di agire come suoi rappresentanti sulla terra. Ciò e molto diverso dall’ironia. Sono "déi" che abusarono del loro potere, e a causa di questo Dio li giudicherà con lo stesso giudizio da loro applicato (Matt. 7:1-2).
Qualunque sia la ragione, inoltre, Bowman manca anche di considerare l’esempio di Mosè. Egli è stato davvero un uomo giusto, ed è chiamato "Dio" dall’Onnipotente in Esodo 7:1. Esodo ci dice che Mosè fu fatto "Dio per faraone"[2] e Mosè agì come Dio per Faraone pronunciando giudizi su di lui e sul resto d’Egitto. Sicuramente Mosè non era chiamato "Dio" in tono ironico!
Ritornando al Salmo 82, ci sono ulteriori evidenze scritturali che il punto di vista di Bowman non è corretto. Gesù cristo indicò ai capi religiosi del suo tempo che anche loro erano "déi" quando essi lo accusarono falsamente di farsi Dio (Giov. 10:33). In Giovanni 10:34 Gesù disse: "Gesù rispose loro: "Non è scritto nella vostra Legge: ‘Ho detto: "Voi siete dèi"’?" Egli quindi aggiunge che essi erano chiamati déi, ma le scritture parlavano contro di loro. Essi morirono perché uomini comuni, anche se pensavano di non esserlo. Morirono anche se avevano tutto il potere concesso loro da Dio e dalla Sacra Scrittura. Cristo si stava difendendo da false accuse. Egli dimostrò che quei capi religiosi erano "déi", ma non usavano correttamente del loro potere, abusando dei miseri.
Quindi possiamo tranquillamente concludere che gli esseri umani possono chiamarsi "déi" Non sono falsi déi, perché non è rivolta loro alcuna adorazione. Sono bensì déi nel senso che è loro concessa autorità da Dio per agire in suo favore. Non vi è alcuna ironia nel Salmo 82. Quei presuntuosi saranno giudicati con la stessa misura da loro riservata al popolo.
Bowman usa numerose scritture per sostenere la sua pretesa che gli uomini non possano essere considerati déi in senso non qualificato. Ma egli trascura altresì un considerevole numero di scritture. Per ora, ci concentreremo su una che egli elenca. Cita Ezechiele 28:2 come prova della scorrettezza biblica di chiamare "dio" un uomo facendo riferimento alla sua autorità. Questo versetto, comunque, non implica ciò che Bowman vorrebbe. In questo capitolo leggiamo del re di Tiro che si è seduto nel trono di Dio. In Ezechiele 28:2b il re di Tiro dichiara: "Io sono un dio. Mi sono seduto nel posto di dio, nel cuore del mare aperto" L’attento lettore nota subito che il re di Tiro ha fatto di se stesso un dio. Si è messo a sedere al posto di Dio, dichiarando di essere una divinità. Ciò è tutt’altra cosa rispetto agli uomini cui e concessa autorità dall’Iddio Onnipotente. Il re di Tiro si è fatto dio in opposizione al Vero Dio. Sarebbe quindi un falso dio, e non il "dio" al quale il titolo è attribuito in senso di rispetto.
A causa dell’errato intendimento del monoteismo biblico e del termine "dio", Bowman ha sviato i suoi lettori, e lo ha fatto con successo dato che il suo libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1989. Ezechiele 28:2 non disapprova l’idea che agli uomini possa essere attribuito il titolo di "dio". Disapprova l’idea che possano fare di se stessi degli "déi" rendendosi così falsi déi. L’Onnipotente concede il titolo e l’autorità di "dio" alle persone che lo rappresentano. Nessuno può attribuirsi il titolo di "dio", che può provenire solo dall’Iddio Onnipotente.
Bowman chiede ai suoi lettori di paragonare l’esempio di Ezechiele con Isaia 31:3. Sfortunatamente Bowman avulge completamente questo versetto dal suo contesto. Spera che i suoi lettori leggano il versetto 3 al di fuori dal suo contesto immediato. Comunque, una veloce lettura del contesto mostrerà che questo versetto parla di Israele che ricerca aiuto nell’Egitto invece che dall’Onnipotente. Isaia dice che c’erano alcuni che ricercavano aiuto dall’Egitto perché li difendesse dagli attacchi poiché l’Egitto era una potente nazione con molti carri e cavalli, soldati ben addestrati e generali (vv. 1-2). A quel tempo era una potenza mondiale che controllava grandi territori, esercitando grande influenza sulle nazioni. Essendo però solo esseri umani non potevano fare molto per Israele, mentre Dio è Onnipotente, può ogni cosa e più forte di tutte le nazioni messe insieme. Dio dice a Isaia che egli è come un leone e che difenderà coloro che confidano in lui. Il nemico poteva urlare, strillare gonfiarsi d’orgoglio, mostrando la sua forza ma Geova non avrebbe ceduto. Egli non è umano e non avrà timore dell’uomo mortale (vv. 4-5). Ciò è molto lontano dalla "prova testuale" che Bowman offre per confutare la credenza che gli uomini non possano essere considerati "déi"
L’ultima scrittura che Bowman usa è 2 Tessalonicesi 2:4. Ancora un’attenta lettura di questo versetto mostra che si tratta di individui che fanno di se stessi "déi" e che pretendono adorazione. Anche questo è molto diverso da coloro che ricevono autorità da Dio, e che ricevono questo onore. Possiamo ben vedere che Bowman non offre alcuna prova che gli esseri umani non possano essere considerati "déi" quando portano tale titolo in un modo retto e quando Dio ha concesso loro tale autorità.
Gli angeli possono essere ‘Déi’?
Bowman nega pure che gli angeli possano essere considerati "déì". Egli fornisce alcune ragioni sul perché secondo lui gli angeli non possono appropriatamente essere definiti "déi". Contrariamente alle sue asserzioni ci sono ragioni sia bibliche che extra-bibliche per credere che gli angeli possano essere gratificati dal titolo "dio" da parte dell’Onnipotente. Nella mente degli ebrei gli angeli erano una sarta di "dio" che non si poteva adorare.
Troviamo sostegno a questo pensiero nella Bibbia. In Salmo 8:5 leggiamo: "Tu hai anche provveduto a farlo [l’uomo] un po’ inferiore agli esseri celesti" (NIV). La parola ebraica tradotta "esseri celesti" nella NIV è elohim. Elohim letteralmente significa "déi", ma è chiaro dal contesto che si tratta degli angeli. Bowman, però, lo trova difficile da credere. Offre quindi un’altra interpretazione di Salmo 8. Dice che "è opinabile che nel suo contesto originale elohim in Salmo 8:5 debba essere riferito agli angeli e tradotto ‘déi’ o ‘quelli simili a dio’ [NM]. Questo perché nel contesto di questo Salmo si parla della posizione dell’uomo nella creazione" (Bowman 52). Bowman continua il suo pensiero spiegando che Salmo 8 può essere collegato a Genesi 1. Correttamente Bowman nota che in Genesi 1 l’uomo fu creato a immagine di elohim, ovvero a immagine di Dio. Egli quindi dichiara: "É quindi ragionevole concludere che nel suo proprio contesto Salmo 8:5 debba essere compreso come se dicesse che l’uomo è un poco inferiore a Dio, non agli angeli" (Bowman 52). Forse Bowman ritiene che la sua conoscenza sia superiore a quella del divinamente ispirato Apostolo Paolo, poiché lo contraddice esplicitamente. Infatti in Ebrei 2:6-7 leggiamo: Che cos’è l’uomo che tu ti ricordi di lui, o [il] figlio dell’uomo che tu ne abbia cura? Lo facesti un poco inferiore agli angeli"
Forse Bowman non sa nemmeno come la LXX rende questo versetto.[3] La Settanta usa la parola greca angelous (aggelouV ) invece della parola greca theos (dio, q eoV ) o theoi (déi, q eoi). Infatti persino la Vulgata usa la parola angelis invece di quella latina per dio. Perciò l’affermazione di Bowman che il contesto suggerisca che l’uomo sia un poco inferiore a Dio non ha fondamento, ed è di fatto non biblica. Lo possiamo sottolineare con chiarezza in Eccl. 3:19-21.
Poiché c’è un’eventualità circa i figli del genere umano e un’eventualità circa la bestia, e hanno la stessa eventualità. Come muore l’uno, così muore l’altra; e tutti hanno un solo spirito, così che non c’è superiorità dell’uomo sulla bestia, poiché ogni cosa è vanità. Tutti vanno a un solo luogo. Tutti sono venuti dalla polvere, e tutti tornano alla polvere. Chi conosce lo spirito dei figli del genere umano, se sale verso l’alto; e lo spirito della bestia, se scende verso il basso alla terra?" (Ecclesiaste 3:19-21 [NM])
Bowman può realmente credere che l’uomo, che è allo stesso livello della bestia del campo, sia solo "un poco inferiore a Dio?" Gli uomini muoiono proprio come gli animali, e infatti, " non c’è superiorità dell’uomo sulla bestia." O, come in Salmo 49:12: "Eppure l’uomo terreno, benché in onore, non può continuare ad albergare; in realtà è paragonabile alle bestie che sono state distrutte." Difficilmente gli esseri umani sono solo "un poco inferiori a Dio", se vengono addirittura paragonati alle bestie del campo!
Devo però dare a Bowman il credito che merita come rispettato membro della comunità apologetica. Egli dichiara invero che la LXX usa angeli invece di déi. Egli fa correttamente notare che il fatto che Paolo citi la LXX, non significa che "la versione della Settanta che egli [Paolo] cita [in Eb. 2:7] fosse una traduzione accurata parola per parola del testo Ebraico" (Bowman 52). Questo è naturalmente vero poiché angelous ("angeli") difficilmente può avere lo stesso significato di elohim ("Dio, déi"). É comunemente accettato che la LXX non sia sempre una traduzione letterale del testo ebraico . La LXX in molti casi è più che una versione interpretativa. Contiene pensieri ed interpretazioni ebraiche e perciò nelle menti degli studiosi ebrei che fecero la traduzione, l’elohim di Sal. 8:5 era angeli. anche utile notare che questi ebrei erano gli stessi che credevano in quella forma di monoteismo accettato dalla Cristianità. quindi è chiaro che questi biblisti angeli come elohim, benché di natura subordinata, molto inferiore all’Iddio Onnipotente, e scelsero di renderlo chiaro nella loro traduzione. Ritenendo gli angeli contemporaneamente déi ritorniamo al pensiero ebraico.
Dobbiamo anche notare che Paolo fu un ispirato scrittore di molti libri della Bibbia. Perciò, anche se stava citando la LXX, questo non spiega perché fosse ispirato da Dio stesso a scrivere in quel modo. Bowman può affermare ‘questo e mostrare quello’ ma non può negare il fatto che l’autore di Ebrei non fosse ispirato da Dio a scrivere angeli e che ciò che scrisse non riflettesse il pensiero di Dio.
Bowman fornisce una ulteriore ragione perché gli angeli non possano essere chiamati déi. "La Bibbia dichiara esplicitamente che gli spiriti demonici non sono déi. . .Poiché i demoni sono altrettanto spiriti e presumibilmente altrettanto ‘creature potenti’ (benché malvagie) quanto gli angeli, ne consegue che gli angeli non possano essere ‘déi in virtù del loro essere ‘creature potenti’" (Bowman 54). Questo è semplicemente assurdo!
Bowman cerca di equiparare i santi angeli ai malvagi e perversi demoni! L’essere una ‘creatura potente’ non da il diritto di fregiarsi del titolo "dio". Solo a colora cui è concesso da Dio possono appropriatamente farsi considerare "déi". Bowman è completamente ‘fuori base’ quando asserisce che gli angeli non possano essere definiti "déi" poiché i demoni non lo sono; per non menzionare l’errore di logica che fa con una tale affermazione.
Gli angeli e i rotoli del Mar Morto
Come detto in precedenza ritorniamo al pensiero ebraico degli angeli/déi. Questo può essere meglio illustrato con l’uso dei rotoli del Mar Morto. I rotoli del mar Morto sono uno dei più importanti manoscritti ritrovati in questo secolo. Hanno completamente cambiato la veduta dei biblisti su ciò che gli antichi Ebrei credevano e sull’interpretazione biblica. Ci aiutano anche meglio a capire come il monoteismo biblico sia migliore e più accurato del rigido monoteismo di oggi.
La ragione per cui consultiamo i rotoli del Mar Morto è semplice. La comunità che li ha preparati e conservati è quella di Qumram. Questi formavano un gruppo religioso noto come gli Esseni. Gli Esseni erano uno dei più influenti gruppi teologici di quel tempo. Erano altrettanto influenti, se non più influenti della setta dei Farisei e Sadducei, di cui leggiamo nei racconti evangelici. Quindi a causa della loro influenza sulla fede e sulle tradizioni ebraiche e a causa della età della comunità, è solo saggio che ci interessiamo di come loro consideravano gli angeli.[4]
In un frammento contrassegnato 4Q403 I i, 30-46 leggiamo la Canzone dell’olocausto del Settimo Sabato il sedicesimo giorno del mese.[5] In questo frammento leggiamo di come gli angeli siano chiamati "alti fra tutti gli dei in conoscenza" e "i santi degli 'déi' santificano il Re di gloria", e i "Principi delle lodi di tutti gli ‘déi’, lodano il Dio delle lodi maestose" (Vermes 225). Lo scrittore di questa lode esorta "Celebrate voi tutti déi famosi il re della Maestà, poichè tutti gli déi della conoscenza celebrano la sua gloria e tutti gli spiriti della giustizia celebrino sua verità" (ibid.). Essi sono anche chiamati "spiriti divini", ma la prova maggiore che il suo autore stia parlando degli angeli è data dal testo qui di seguito:
Lodatelo, spiriti divini, lodando per i secoli di secoli il firmamento dei più alti cieli, tutti...e le sue mura, tutta la sua struttura, la sua forma. Gli spiriti del santo dei santi, gli ‘déi’ viventi, gli spiriti dell’eterna santità sopra tutti i santi...Gli spiriti divini circondano la dimora del Re di verità e giustizia; tutte le sue mura (Vermes 226).[6]
Vediamo che il suo autore considerava gli angeli degli "dei". Per lui, non c’era nulla nel suo rigido ebraismo che impedisse di chiamare "déi" gi angeli così da compromettere il suo monoteismo. C’è qualcosa di più in questi frammenti che può aiutarci a capire il pensiero monoteista giudaico in riferimento agli angeli. Un frammento chiamato 4Q405 19ABCD ci è di notevole aiuto su questa questione.
Le figure degli 'déi' lo loderanno, i più santi spiriti...di gloria; il pavimento delle meravigliose camere interne, gli spiriti degli dei eterni, tutte...le figure delle camere più interne del Re, le opere spirituali del meraviglioso firmamento sono purificate con sale, gli spiriti di conoscenza, verità e giustizia nel santo dei santi, forme dei viventi ‘déi,' forme degli spiriti illuminati. Tutte le loro opere d’arte sono meravigliosamente collegate, spiriti multicolori, figure artistiche degli ‘déi’ impressi tutto intorno i loro gloriosi mattoni di splendore e maestà. Tutte le loro opere d’arte sono ‘déi’ viventi, e le loro figure artistiche sono santi angeli. Dal di sotto delle meravigliose camere più interne viene un suono di quieto silenzio: gli ‘déi’ benedicono...(Vermes 228).
L’autore qui descrive la camera del Santissimo del Tempio. Era in questa camera che veniva conservata l’Arca del Patto. Questo era il luogo dove Geova simbolicamente dimorava. Tutto nel Santissimo era fatto dell’oro più raffinato. La Bibbia ci dice che il tempio era ornato con rappresentazioni di angeli (1 Re 6:27-32). Quindi questa descrizione degli "déi" che servono l’Onnipotente si adatta perfettamente con quanto dice la Bibbia. Anche la cortina che separava il Santo dal Santissimo aveva tessuti disegni di angeli ("déi") (2 Cron. 3:14).
In un frammento l’autore pare scrivere intorno agli angeli che stavano davanti a Dio nei cieli. Questa sembra essere la migliore interpretazione quando si paragona la prima riga (e il resto del frammento) A ciò che è scritto in Giobbe1:6 e 2:1. Nel frammento si legge:
Gli ‘déi’ lo lodano quando assumono la loro posizione, e tutti gli spiriti del chiaro firmamento gioiscono nella sua gloria...quando gli dei di conoscenza entrano dalla porta della gloria, e quando i santi angeli si allontanano dal regno, le porte di ingresso e i cancelli di uscita proclamano la gloria del Re...il timore del Re degli ‘déi’ incute rispetto a tutti gli ‘déi’' ed essi attendono a tutti i loro uffici in seguito al suo vero comando (Vermes 229).
Questo non è il pensiero di un solo autore, perchè in quello che è chiamato La Regola di Guerra[7] leggiamo che "le schiere degli ‘déi’ guerrieri si cingono per il giorno della Vendetta" (1QMXV, Vermes 121). Troviamo anche il frammento intitolato da Vermes la Canzone di Michele e il Giusto (4Q491 fr. II, Ma), una sentenza incompleta, che dice "un trono di forza nella congregazione degli ‘déi’ così che non un solo re dei tempo antichi si siederà su di essa, nè ci sarà nobile uomo..."(Vermes 126). Colui chiamato Michele si riferisce che dica "io sono annoverato fra gli ‘déi’ e il mio luogo di dimora è nella congregazione della santità e ancora "poichè sono annoverato fra gli ‘déi e la mia gloria è con i figli del Re" (Vermes 126).
Come possiamo vedere dalle numerose citazioni dei Rotoli del Mar Morto, gli antichi ebrei non avevano alcun problema nel chiamare gli angeli "déi". Riconoscevano che gli angeli non dovevano essere adorati, che ricevevano il loro potere e autorità dall’Onnipotente Dio stesso, che Lui stesso aveva assegnato loro questo titolo. Non si può dire che i Giudei non fossero monoteisti, poichè erano l’epitome della religione monoteista. Aborrivano qualsiasi persona o nazione che adorasse più di un Dio. Comprendevano, tuttavia, la differenza tra adorare qualcosa e assegnargli il rispetto che le compete. Adoravano l’Iddio Onnipotente, il solo vero Dio. Rigettavano gli idoli (il più delle volte) e chiunque si proclamasse dio e volesse essere adorato come dio falso. Nello stesso tempo riconoscevano che gli angeli rappresentavano Dio. Avevano da Dio l’autorità di agire in sua vece. Li riconoscevano perciò giustamente quali "déi" Questo era un titolo che conferiva loro l’onore e il rispetto che richiedevano e meritavano, ma prestavano anche attenzione a non rendere loro adorazione. Sapevano che l’adorazione apparteneva solo a Geova. Bowman ha perciò torto nel ritenere che gli angeli non potessero essere chiamati "déi".
Può Gesù esser chiamato ‘un Dio’
?Nonostante la competenza e conoscenza di Bowman, egli fa un altro grave errore nel suo libro. E pagina 54 egli scrive che "anche se gli angeli fossero déi in qualche senso, ciò non spiegherebbe in che senso Gesù Cristo sia chiamato "Dio," poichè non è un angelo, ma il figlio di Dio" (Bowman 54). L’opuscolo "Dovreste credere alla Trinità" (pubblicato in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova) rende chiaro come Gesù possa essere chiamato "un Dio" dichiarando: "Gesù ha una posizione molto superiore agli angeli, agli esseri umani imperfetti, o a Satana...In conseguenza della sua posizione unica rispetto a Geova, Gesù è un 'Dio Potente" (ti Dovreste 28). L’opuscolo rende piuttosto chiaro come Gesù possa essere considerato "un Dio" in conseguenza del fatto che egli esercita ogni autorità nei cieli e sulla terra (Matt. 28:18). egli è il Re del Regno di Dio (Rev. 11:15). Egli è Cristo e signore, profeta e salvatore, Re dei Re e Signore dei Signori. Ogni ginocchio nei cieli si piega davanti a lui, ogni ginocchio sulla terra si piegherà (Filipp. 2:10-11). Gesù Cristo è la seconda personalità dell’universo. La seconda persona più potente dell’intera distesa dei cieli e della terra. Ecco perchè può essere considerato "un dio" ma non è Il Dio. Non è l’Onnipotente Dio.
Conclusione
Abbiamo visto con abbondante evidenza e molte prove che i Testimoni di Geova non sono politeisti, né enoteisti. Essi sottoscrivono il monoteismo biblico, e non il falso, esageratamente restrittivo, rigido monoteismo sottoscritto dalla Cristianità. Gli angeli e persino certi esseri umani possono essere considerati "déi" Possono avere un grande potere concesso loro dall’Onnipotente Geova Dio. Gesù Cristo può essere considerato "un dio" senza divenire un falso dio. Ancora una breve osservazione. Bowman spiega che Satana è chiamato il "dio di questa era" , ma dice che i Testimoni hanno erroneamente usato ciò per mostrare erroneamente che altri possono essere considerati "déi" senza compromettere il monoteismo biblico. Sotto questo aspetto ha ragione. In 2 Corinti 4:4 Satana e chiamato dio ma dobbiamo riconoscere che è un falso Dio poichè richiama l’adorazione su di se. Perciò questo esempio non è appropriato per i Testimoni di Geova per dimostrare che altri possono essere "dei"
Note in calce