Mormoni online

Mormoni on line. Il più grande schedario del mondo a portata di mouse
La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha messo nel Web il suo gigantesco archivio di genealogie. Ecco perché

di Sandro Magister


Nell’era di Internet, i mormoni si modernizzano. Dopo aver accumulato in decenni di instancabili ricerche le genealogie di 35 milioni di famiglie e le anagrafi di 600 milioni di abitanti della terra, nell’anno 2000 hanno messo il tutto On Line, all’indirizzo www.familysearch.com.

Chiunque lo può consultare gratis. E nessuno ha fin qui protestato, tranne il governo francese. La Francia accusa i mormoni di aver violato i patti di riservatezza con i quali aveva loro concesso negli anni scorsi di microfilmare i propri registri anagrafici.

Ma perché la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, nome esatto dei mormoni, ha così interesse a esplorare le genealogie e anche a dar loro pubblicità? La risposta la trovate qui di seguito, in questo articolo apparso sull'"Espresso" del 20 luglio 1996

Alla ricerca dell'avo perduto


Tra le tante Italie da salvare, ci sono anche le carte d'archivio: quelle che registrano secoli e secoli di nascite e di morti, di battesimi e di matrimoni dei nostri nonni e avi. Il pericolo è che il tempo se le mangi. Ma niente paura. Al salvataggio di questo patrimonio di storia si offrono gratis quelli della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Alias i mormoni. Basta lasciarli fare.

Loro, anzi, sono già alacremente all'opera. In Italia e in decine di altri paesi, da più di mezzo secolo, battono palmo a palmo archivi civili ed ecclesiastici, comuni e parrocchie. Ritirano fuori vecchie carte ingiallite, rugose, scritte a mano, le microfilmano pagina per pagina e le rimettono a posto con cura certosina. Lasciano in premio al padrone dell'archivio una copia del filmato. E la pellicola originale la spediscono alla loro casa madre, che è negli Stati Uniti, a Salt Lake City, nel mezzo del deserto dello Utah. Lì, in gallerie sotterranee scavate nel granito e a prova di cataclisma, i mormoni hanno finora già accumulato qualcosa come 5 milioni di bobine di dati anagrafici, l'equivalente di 26 milioni di registri di 300 pagine ciascuno.

«Perché lo facciamo? Per offrire anche ai nostri antenati la possibilità d'andare in paradiso», spiega Marco Berardi, direttore del Centro genealogico dei mormoni di Roma. «Per entrare nella gloria celeste è necessario essere battezzati in un nostro tempio. Ma per raggiungere la gloria più alta occorre anche compiere il rito che suggella per l'eternità l'unione tra gli sposi e tra loro e i figli. Bene. Ogni volta che individuiamo un nostro antenato, noi possiamo farci battezzare e suggellare al suo posto. E individuarlo vuol dire accertarne il nome, i nomi dei genitori, il luogo e la data di nascita. In breve, ricostruirne la genealogia».

Dall'Italia, il tempio mormone più vicino è a Zollikofen, presso Zurigo. Ci si prenota, si va e si adempiono i riti, ai quali sono ammessi soltanto i fedeli. Il battesimo è per immersione integrale in acqua. In un sol giorno un bravo mormone può farsi battezzare anche 35 volte, per altrettanti antenati suoi o di altri, perché vale anche la procura. Precisa Berardi: «Resta fermo che i nostri avi, in cielo, sono liberi di accettare o no la salvezza e la gloria che gli sono offerte».

I mormoni si rifanno al «vero Vangelo» rivelato da un angelo all'americano Joseph Smith nella prima metà dell'Ottocento. La loro terra promessa se la conquistarono nel selvaggio West: oggi la popolazione dello Utah è per il 67 per cento mormone. Ma si sono diffusi in tutto il mondo e sono in espansione crescente, grazie anche alla loro intraprendenza cosmopolita. Sfiorano ormai i 10 milioni metà dei quali fuori degli Stati Uniti (in Italia sono 14.000) e hanno 40.000 missionari attivi in 111 paesi.

Ma anche la loro passione per la ricerca genealogica è in crescendo. In Francia i mormoni hanno già microfilmato il 90 per cento degli archivi di stato civile. «Ci hanno fatto risparmiare decenni di lavoro», commenta compiaciuto Bernard Vuillet, della direzione nazionale degli archivi. «Abbiamo solo vietato di riprodurre i dati relativi all'origine etnica e alle opinioni religiose». La banca dati mondiale custodita a Salt Lake City è in effetti consultabile da tutti con facilità e a costo zero. A essa si rivolgono non solo i fedeli in cerca dei loro antenati da battezzare, ma anche studiosi di tutti i paesi: storici, demografi, antropologi. Si vuole evitare che dia esca a qualche malintenzionato in vena di pulizie etniche.

In Italia i mormoni hanno aperto una trentina di Centri genealogici. Ma con risultati discontinui. Buoni in Toscana: largo accesso agli archivi e filmature sistematiche, risalenti fino al 1400. Soddisfacenti anche in Sicilia: coperta quasi per intero. Discreti nelle province di Parma, Trento, Bolzano e Torino. Invece a Roma e Milano hanno sinora trovato le porte sbarrate, specie quelle ecclesiastiche. «A un certo punto il Vaticano sembrava disponibile a darci le autorizzazioni», dice Berardi. «Poi all'improvviso ha tirato il freno e le parrocchie ci vietano l'accesso ai loro archivi. E pensare che in Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda le cose vanno così bene, sia con lo Stato che con le Chiese. Lì siamo ormai risaliti all'alto Medioevo».

Risali risali, per quanto riguarda la sua famiglia Berardi è arrivato al decimo antecedente per parte di padre, in pieno Seicento. E per parte di madre? «Ho ritrovato i miei avi nell'Ottocento ad Amatrice, nel Settecento a Poggiocancelli, nel Seicento a Corfinio, nell'Aquilano. Per risalire più addietro dovrei bussare a Rieti. Peccato. Lì non ci lasciano filmare gli archivi».

Ma chi li ferma più i mormoni? Nei villaggi dell'Africa, dove non ci sono archivi scritti, i loro esploratori girano con il registratore a tracolla, pescando nelle memorie orali. A sentir loro, sulla terra sono già passati 70 miliardi di uomini. Due miliardi li hanno già schedati e gli altri verranno. Vada come vada, nel millennio beato che precederà il giudizio universale «esseri risorti ci aiuteranno a completare la documentazione».

   

 

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