Religione e nulla
31719. MILANO-ADISTA. (dal corrispondente)
La Camera dei deputati ha appena approvato la legge per l'immissione in ruolo e
l'assunzione a tempo indeterminato dei docenti di religione (v. Adista nn. 91/02 e 1/03), ma sono sempre di più gli studenti che
scelgono di non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica.
La diocesi di Milano, infatti, ha appena divulgato i nuovi dati, relativi a questo anno
scolastico, dai quali risulta che, nelle scuole superiori, solo uno studente su due rimane
in classe quando entra l'insegnante di religione. Nel dettaglio, nei licei classici e
scientifici i 'non avvalentesi' sono il 46,93 per cento, nei licei psico-pedagogici (gli
ex istituti magistrali) il 47,46, negli istituti tecnici il 53,60 mentre negli istituti
professionali la percentuale sale al 61,12. Alle scuole elementari e medie invece, dove la
scelta spetta ancora ai genitori, le percentuali sono nettamente inferiori: 13,24 alle
elementari e 22 per cento alle medie.
"Dati allarmanti che devono far riflettere", commenta Alberto Giannino,
presidente milanese dell'Associazione nazionale degli insegnanti di religione,
intervistato da "la Repubblica" (23/01, ed. di Milano). Il quale però,
piuttosto che mettere in discussione il sistema, imputa soprattutto ai suoi colleghi la
crisi dell'ora di religione: "non si possono scaricare tutte le responsabilità sui
giovani. Quando una classe parte con 24 studenti e arriva in
quinta con due, la colpa è del docente. Il problema è che non si fa più religione. I
professori intrattengono gli studenti con discussioni di attualità. Parlano di aids,
droga e disagio. Non si legge più la Bibbia, non si studia più la storia di Gesù",
al punto che l'ora di religione è diventata un'"ora del nulla".
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