Serrate le Bibbie
Tratto da
lEspresso del 15 novembre 2001
<http://www.espressonline.kataweb.it/ESW_articolo/0,2393,28277,00.html>
Ci sono voluti un concistoro e un sinodo per decretare il trionfo dei conservatori, ai
vertici della Chiesa mondiale. Ma soprattutto quattro aeroplani esplosi sulle Twin Towers,
sul Pentagono e in un campo della Pennsylvania. Dall11 settembre il mondo è
cambiato e la Chiesa anche. «Grazie a Dio la Chiesa non si fa più strangolare», è il
verdetto del cardinale Joseph Ratzinger, la mente più acuta degli antiprogressisti.
Ratzinger ha emesso il suo verdetto a sinodo archiviato: duecentocinquanta cardinali e
vescovi, lélite della gerarchia mondiale, riuniti a Roma per lintero mese di
ottobre. E ha rincarato: «Mai un sinodo è stato più concorde e unanime di questo». Con
ragione. Mai, dal Concilio Vaticano II a oggi, i progressisti hanno rimediato una simile
disfatta.
MANIFESTA INFERIORITÀ
Due di loro, i cardinali Roger Etchegaray e Achille Silvestrini, nel sinodo neppure hanno
messo piede. Esclusi. Quanto ai presenti, si sono arresi senza combattere. I tedeschi Karl
Lehmann e Walter Kasper sono parsi lombra di quei ribelli che erano fino a pochi
mesi fa, prima che ottenessero in extremis la porpora cardinalizia. E il cardinale Carlo
Maria Martini? Non ha neppure parlato. Si è limitato a depositare uno sbiadito intervento
in scriptis. Nel quale non cera neppure un briciolo delle sue proposte
bomba di due anni prima, quando aveva invocato in aula un Concilio Vaticano III e unagenda
serrata di riforme della Chiesa.
Allopposto, i conservatori hanno spopolato. Come loro punte dattacco si sono
dati il cambio il cardinale di Colonia, Joachim Meisner, laltro tedesco Ratzinger e
litaliano Camillo Ruini. La Chiesa diventa «inutile» al mondo, hanno ammonito allunisono,
se «si occupa troppo di se stessa invece che annunciare Dio e Gesù Cristo». Perché è
di questo che gli uomini hanno sete, «non di conoscere i nostri problemi interni».
Relazioni tra curia e vescovi, poteri delle conferenze episcopali, ridimensionamento del
primato papale, sinodo deliberativo invece che consultivo: tutte queste sono solo «cose
penultime», che non appassionano nessuno. Quando invece quelle che contano sono le «cose
ultime», quelle per cui «Gesù ha portato il fuoco sulla terra».
Cose ultime tipo questa: che Gesù è lunico salvatore di tutti gli uomini e la
Chiesa non ha altro da fare che annunciarlo. A metà del 2000, per averlo richiamato, una
valanga di accuse dintolleranza si era abbattuta sul cardinale Ratzinger e sul suo
documento Dominus Jesus. Un anno dopo, ridicendo le stesse cose, Ratzinger ha
ricevuto solo applausi. E il ratzingeriano Giacomo Biffi, cardinale di Bologna, ha potuto
tranquillamente far dellironia: «Non era mai capitato in venti secoli di
cristianesimo che si sentisse il bisogno di ricordare ai discepoli di Gesù una verità
così elementare e primaria come questa».
CERA UNA VOLTA IL DIALOGO
Alloffensiva di Ratzinger si sono rapidamente associati gli alti gradi del governo
centrale della Chiesa: dal segretario di Stato vaticano, Angelo Sodano, al numero uno dei
latinoamericani in curia, il colombiano Darío Castrillon Hoyos, al cardinale nigeriano
Francis Arinze, presidente del Consiglio pontificio che si occupa del dialogo tra le
religioni. Questultimo ha fatto un autentico mea culpa per gli eccessi di fiducia
accordati a questo dialogo. E mentre parlava, in sinodo, il pensiero di tutti andava a
quanto accadeva proprio in quegli stessi giorni: ai ripetuti massacri di cristiani in
terra dIslam, sui quali la Chiesa non ha sinora mai levata forte la voce, ma che
dopo l11 settembre hanno aperto gli occhi a molti.
Cera però anche un altro episodio che aveva sparso irritazione nel sinodo: il
meeting islamo-cristiano organizzato nella prima settimana dottobre dalla comunità
di SantEgidio. Allincontro avevano preso parte musulmani eminenti: dal gran
muftì dEgitto, Nasser Farid Wasel, allo sceicco Yusuf al-Qaradawi, direttore del
centro di teologia islamica del Qatar, allideologo del movimento oltranzista dei
Fratelli musulmani, legiziano Ezzedin Ibrahim. Più due cardinali di spicco della
corrente progressista: Etchegaray e Martini. I quali avevano ascoltato impassibili le
sfuriate antioccidentali e antiebraiche dei loro dotti interlocutori, senza replicare.
«Se questo è il dialogo», è stata la reazione di molti in sinodo, «è lora di
dire basta».
SIAMO TUTTI AMERICANI
Cè un solo argomento che continua a essere appannaggio dei progressisti. Quello
della «collera dei poveri». Addebitata allOccidente e individuata come la ragione
ultima della guerra scatenata l11 settembre contro lOccidente stesso.
Ma a sostenere questo argomento, in sinodo, sono state solo figure di secondo piano. Tra i
delegati italiani, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Genova, sè
guardato bene dal ripetere le invettive terzomondiste e antiglobal che nei mesi scorsi,
prima e dopo il G8, lavevano screditato come papabile. Il solo a sbilanciarsi è
stato larcivescovo di Lecce, Cosmo Francesco Ruppi. Il quale ha detto che «lassalto
vero non è stato contro gli Stati Uniti, ma contro il potere economico mondiale, contro i
grandi poteri che strangolano intere popolazioni affamandole a volte a viso a perto, ma
assai più spesso subdolamente».
Si sa quanto Giovanni Paolo II è sensibile a questi argomenti. Ma il suo mancato no alla
controguerra di Stati Uniti e alleati è anchesso un segno dei tempi. Ai vertici
della Chiesa, la svolta conservatrice si accompagna a una più accentuata solidarietà con
lAmerica. In sinodo il più applaudito è stato larcivescovo di New York,
Edward M. Egan, che il papa aveva messo a presiedere lintera assise. E tutti i
pronunciamenti emessi in queste settimane dalle più alte autorità della Chiesa
definiscono «giusta» la guerra intrapresa contro i terroristi musulmani e gli Stati che
li appoggiano.
Quanto al terzomondismo, hanno fatto colpo, in sinodo, le parole dellarcivescovo
tedesco Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio consiglio Cor Unum. «La Chiesa non
è la Croce Rossa o lOnu e basta», ha detto. «Anche Gesù saziava gli affamati, ma
per annunciare il regno di Dio». Cordes ha ormai preso il posto del vecchio cardinale
Etchegaray come inviato del papa sulle frontiere calde del globo. Era in Pakistan proprio
il giorno in cui 18 cristiani sono stati uccisi nella chiesa cattolica di Bahawalpur.
Il trionfo dei conservatori peserà sul futuro conclave? Sicuramente. LEuropa e lItalia
hanno dei forti kingmaker, come Ratzinger a Ruini. Ma più nessun vero papabile. Sempre
più solide, invece, le chance di un candidato latinoamericano. Con in testa ai pronostici
il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo del Brasile. È per questa soluzione
anche il blocco dei cardinali degli Stati Uniti: nazione dove i cattolici sono in misura
crescente di origine e di lingua ispanica.
__________
La mappa dei nuovi poteri nella Chiesa si ridisegna anche in rapporto allIslam:
CON GLI INTRANSIGENTI IN ASCESA...
I missionari
«Andate, predicate, battezzate gli infedeli. Tutti. I musulmani non fanno eccezione»
Card. Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede
Card. Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna
I diplomatici
«Niente clamori. Ma intanto armiamo le difese. Ieri dal comunismo, oggi dalla mezzaluna»
Card. Angelo Sodano, segretario di Stato vaticano
Mons. Jean Louis Tauran, ministro degli Esteri della Santa Sede
Gli strateghi
«Sveglia, Occidente. O rafforzi la tua identità cristiana, o lIslam ti invade e
conquista»
Card. Camillo Ruini, vicario del papa e presidente della Conferenza episcopale italiana
Card. Edward. M. Egan, arcivescovo di New York
I combattenti
«I martiri cristiani del XXI secolo sono quasi tutti nei paesi musulmani. E noi ne siamo
testimoni»
Mons. John Olorunfemi Onaiyekan, vescovo di Abuja in Nigeria
Mons. Erkolano Lodu Tombe, vescovo di Yei in Sudan
... E I DIALOGANTI IN CALO
Gli accademici
(Larte, la cultura, la filosofia, la civiltà islamiche? Ottima materia per
conferenze dotte. Stop)
Card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per lunità dei cristiani
Card. Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali
I pentiti
(Sempre assidui ai convegni di pace con ulema e muftì. Ma sempre più delusi. Risultati
zero)
Card. Francis Arinze, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso
Card. Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio consiglio Iustitia et Pax
Gli intermittenti
(Abbracci e condanne alternati. Gli abbracci con i musulmani, le condanne a istruzione dei
propri fedeli)
Card. Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano
Card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna
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