Valore della T.N.M. (rivisto 20.02.2001)

LA TRADUZIONE DEL NUOVO MONDO E’ BASATA SU PRECONCETTI E PRIVA DI ERUDIZIONE?

[L’autore considera l’edizione inglese del 1984 che corrisponde a quella italiana del 1987, qui usata per la traduzione]

La natura di questa pagina deve scavalcare i puri problemi di traduzione semplicemente perché deve rispondere alle accuse di preconcetti mosse contro la TNM da parte di critici che sono, ovviamente, fortemente ancorati alla convinzione che il Comitato traduttori TNM si sia fatto influenzare dalle sue credenze religiose fino al punto di manipolare il significato di alcuni passi biblici. Comunque, questo testo non ha la pretesa di impartire tutti i fondamenti di fede dei TdG, ma, se li vorrete conoscere, siete invitati a rivolgervi alla sede ufficiale dei Testimoni di Geova o a singoli Testimoni.

"La TNM è così estremamente preconcetta e pervertita da far dubitare che sia opera di eruditi di ebraico o greco".

Così iniziava la critica mossa contro la TNM in una pagina di un sito web. E’ fondata? Leggete questi commenti dalla Torre di Guardia del 15 ottobre 1985, pag.21. [edizione italiana]

 

Sguardo alle notizie:"La Traduzione del Nuovo Mondo supera l’esame"

 

Un tempo, quando leggevano la Bibbia, gli appartenenti a una religione diffidavano delle traduzioni preparate da chi apparteneva a un altro gruppo religioso. In genere questo sospetto è infondato, dice il teologo C. Houtman scrivendo su una rivista teologica olandese (Nederlands Theologisch Tijdschrift). Houtman, dopo aver preso in esame varie traduzioni, ritiene che solo di rado si possano trovare brani che "riflettano il punto di vista confessionale, politico e sociale del traduttore". Anche se questo per lo più è vero, in certi casi alcuni traduttori della Bibbia hanno lasciato che le loro convinzioni religiose trasparissero dalle loro versioni. Alcuni traduttori moderni, ad esempio, hanno eliminato del tutto il nome personale di Dio dalle loro opere. Altri hanno erroneamente tradotto la parola Geenna con "fuoco dell’inferno". Eppure, se qualcuno deliberatamente cambia o omette parte del contenuto della Bibbia, si trova in una situazione pericolosa. Un libro biblico avverte: "Se alcuno toglie qualche cosa dalle parole del rotolo di questa profezia, Dio toglierà la sua parte dagli alberi della vita". — Rivelazione 22:19.

Anziché eliminare il nome di Dio dalla Bibbia, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture lo ha preservato: 7.210 volte. Come base per far questo esistono copie del testo biblico nelle lingue originali. Va notato che, parlando in merito ai pregiudizi dei traduttori, Houtman dice che "la Traduzione del Nuovo Mondo può superare l’esame minuzioso dei critici". (1984, 38, pagg. 279-280, enfasi aggiunta)".

E notate i seguenti commenti:

"Testimoni di Geova: TNM, che certamente non è ‘piena di dottrine eretiche del loro culto … anche se vi si trova qualche aberrazione …Alcuni per partito preso condannano qualsiasi versione fatta dai TdG …perché devono essere pieni d’eresie …Se da una parte è vero che nella TNM si trovano alcune dottrine eretiche, come per es. l’incoerente politeismo in Giov. 1:1…, d’altra parte bisogna dire che la percentuale d’inesattezze che ho riscontrate nell’intera loro versione non raggiunge nemmeno lo 0,1 %, il che è ben lungi dal cosiddetto ‘tutto’.- How To Choose Your Bible Wisely, A.S. Duthie, pagg. 30, 216. [Come scegliere la vostra Bibbia saggiamente] "Piena di dottrine eretiche del loro culto" affermarono G.D. Fee & D. Stuart, ‘How to Read the Bible for all it’s Worth’, Zondervan/Scripture Union, 1982/3, pag. 41 [Come cogliere dalla Bibbia tutto il suo valore]

Potrete controllare in Giov. 1:1 della TNM se l’apostolo stesse promuovendo una forma di "politeismo", leggendo le pagine web ad esso dedicate. Crediamo che Duthie sia in errore in questo punto, ma che la sua valutazione complessiva sia per lo meno onesta! Il che è molto meglio di quello che affermano Fee & Stuart! Un’altra "aberrazione", secondo Duthie, riguarderebbe Giov. 8:58. Esaminate le pagine ad esso dedicate per conoscere le ragioni della TNM. Essendo trinitario, è ovvio che Duthie non si trovi d’accordo sul modo in cui la TNM ha tradotto Giov. 1:1; 8:58. Potrete constatare con quale accuratezza la TNM ha tradotto il testo greco e quali autorevoli sostegni ha a suo favore da parte di neutrali eruditi e di eminenti grammatici di greco.

Allora, chi è realmente colpevole di preconcetti disonesti? La TNM o i critici summenzionati? Quando il lettore trova delle affermazioni così pesanti, dovrebbe esercitare estrema cautela verso altre affermazioni di tali critici.

Affrontiamo l’accusa che "c’è da dubitare che la TNM sia stata realizzata da eruditi di ebraico o greco".

Ci si meraviglia delle simpatie del Prof. Benjamin Kedar per la versione dall’ebraico e del Dr. Jason DeDuhn per la versione dal greco della TNM? Anche James Parkinson ha detto sulla sua pagina web "La TNM dei TdG (Edizione 1950) presenta una relativa accuratezza da una prospettiva teologica differente. Tuttavia, Rotherham pensa che la lettura della TNM spesso non sia scorrevole". (Non può essere scorrevole, essendo in gran parte una traduzione letterale, ma questo ha i suoi vantaggi!)

I critici, che accusano la TNM, hanno accusato anche i suddetti e altri eruditi della medesima cosa, cioè di essere privi di erudizione!!

Critiche simili a quelle sotto riportate:

"La prima accusa che andrebbe fatta è che nessuno dei "traduttori" della TNM ha alcun titolo di studio sia della lingua greca che di quella ebraica. Soltanto Fred Franz ha una qualche "conoscenza" di queste lingue, ma sotto giuramento in un’aula di tribunale della Scozia rifiutò di tentare una traduzione di Genesi 2:4…"

[vedere atti del processo già tradotti in pagg. 1-3 del capitolo Testimoni di Geova e TNM]

Poiché né il nome né il numero dei membri del Comitato traduttori della TNM è mai stato divulgato, non può nemmeno essere provato se essi abbiano o meno un "titolo accademico". Certamente tutti i critici menzionati sopra e altri che hanno accusato d’incompetenza il Comitato traduttori della TNM non hanno presentato alcuna prova delle loro accuse. Se avessero delle prove, sarebbero più che contenti di divulgarle.

Ma non le divulgano, perché non le hanno. Lo scrittore summenzionato ha fatto solo una supposizione riguardo all’appartenenza di Frederick Franz al Comitato traduttori. Ma Franz non ha mai ammesso di esserne membro nel processo tenuto in Scozia nel 1954. Perché si sarebbe "rifiutato di tradurre Genesi 2:4"? Gli atti del processo mostrano che a Franz non fu chiesto di tradurre l’ebraico in inglese, ma l’inglese in ebraico. Il motivo per cui egli non tentò di tradurre potrebbe essere spiegato dalle seguenti argomentazioni contenute nel libro "Jehovah’s Witnesses Defended, An Answer to Scholars and Critics" [Apologia dei Testimoni di Geova, Una risposta a eruditi e critici] 1998, prima edizione, Elihu Books, Huntingdon Beach. Ca) pag. 334, di G. Stafford che cita "Handbook of Biblical Hebrew", [Manuale di ebraico biblico] vol. 1 (Grand Rapids: Errdmans, 1978, pag.3:

"Tutto l’apprendimento è nel contesto, il quale, tuttavia, non è artificioso, composto forse da individui che non usino il loro linguaggio naturale, ma piuttosto quello attuale della loro madre lingua. Per questa ragione mi rifiuto di chiedere agli studenti di comporre frasi in ebraico, per evitare d’imprimere errori nella loro mente. E francamente, la maggior parte di noi che insegnamo ebraico biblico non abbiamo sufficiente scorrevolezza del linguaggio per parlarlo o scriverlo".

Ricordate che Franz, sebbene avesse detto che sapeva leggere l’ebraico, disse pure che non sapeva parlarlo.

Così quello che è stato dichiarato in un sito riportato qui sotto è chiaramente sbagliato. C’è da meravigliarsi della conoscenza e/o dei fondamenti su cui si basano le seguenti dichiarazioni di chi scrive.

"Molti ora credono che la cattiva versione della TNM è stata chiaramente e deliberatamente pianificata per negare la divinità del Signore Gesù Cristo e per supportare altre false dottrine dei testimoni di Geova".

La domanda che sorge è: Chi sono i "molti"? E che cosa "credono"! Le "cattive traduzioni" menzionate sopra dai critici si riferirebbero unicamente a Matteo 28:17 (greco proskyneo); Luca 23:43; Giov. 1:1; 8:58; 10:17; 17:3; Col. 2:9; Ebrei 1:8 e Tito 2:13. Tutto quello che troviamo nella TNM si trova similmente tradotto in altre versioni prodotte da eruditi trinitari!!! Sarebbero davvero da considerare "cattive traduzioni"? Queste versioni trinitarie e i relativi commenti di molti eruditi sarebbero "pianificate per negare la divinità del Signore Gesù Cristo"?

 

I traduttori della TNM hanno mantenuto sempre l’anonimato, motivandolo col proposito di dedicare la loro opera alla gloria di Dio. Tuttavia, alcuni critici hanno affermato che il loro anonimato sia motivato dal timore di rivelare scarsa conoscenza delle lingue bibliche.

 

Se i traduttori della TNM "manchino di conoscenza delle antiche lingue bibliche" dovrebbe essere dimostrato dalla traduzione in se stessa. La pagina del sito web summenzionata non discute in maniera razionale i suddetti passi biblici della TNM, mancando così di provare il fondamento delle sue critiche. La semplice asserzione di una cosa non basta a provarla. Come dice un motto " la prova del budino sta nel mangiarlo".

Le critiche summenzionate non sono dirette contro l’opera, ma contro gli uomini che l’hanno fatta.

 

Uno dei quali fu rivelato essere Fred W. Franz. Quest’uomo fu messo alla prova per discolparsi da un ‘accusa ad Edimburgo in Scozia nel novembre del 1954. Quando fu messo alla prova, gli fu chiesto se fosse in grado di leggere le lingue bibliche, incluso l’ebreo. Rispose affermativamente. Tuttavia, quando gli fu chiesto di tradurre in ebraico Gen. 2:4, egli non poté farlo.

 

Ebbene, sappiamo che i critici non hanno nemmeno letto le trascrizioni del processo. Franz fu processato per "spergiuro"? Da dove hanno attinto questa notizia i critici?! Essi affermano che durante il processo fu chiesto a Franz di tradurre Gen. 2:4 ed egli non poté farlo. Non è cosi. A Franz non fu chiesto di tradurre quel versetto dall'ebraico in inglese, ma dall’inglese in ebraico! A questa richiesta egli non rispose "non posso", ma "non voglio nemmeno provarci". Per questa ragione, devo richiamarvi al Lasor’s Handbook già menzionato. [Manuale di Lasor] Gli autori della critica sulla pagina web summenzionata, travisando i fatti, hanno fatto di se stessi "spergiuri"!

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La regola di Sharp, Tito 2:13 e 2 Pietro 1:1

 

Tali critiche solitamente sono basate su presunti esempi di violazioni di "stabilite regole di grammatica greca" da parte del Comitato traduttori TNM. Ma quando i critici menzionano tali esempi, non rivelano ai loro lettori che altri traduttori/comitati di traduzione hanno fatto le stesse scelte del Comitato traduttori TNM, né ammettono che autorevoli grammatici hanno delle riserve contro tali regole. Esaminiamo il seguente tipo di critica:

"Così, conformemente alla regola, dato che questa frase [in Tito 2:13] soddisfa tutte le esigenze grammaticali, Gesù è dichiarato inequivocabilmente Dio e Salvatore. La TNM, che è una traduzione biblica scadente dei TdG, ovviamente mal traduce questo importante passo della Scrittura in modo che la divinità di Cristo non vi è resa ovvia, poiché dice: "…del grande Dio e del Salvatore nostro Cristo Gesù". La preposizione "del" non c'è nel testo greco. Tolta questa, la frase suonerebbe: "…del grande Dio e nostro Salvatore Cristo Gesù". Di conseguenza risulta chiaro che Gesù è Dio. Ma la Watchtower Society non può sopportare di leggerlo così e perciò insegnare che Gesù è Dio, o Geova".

La "regola" a cui si riferisce questo scrittore è quella di Granville Sharp, dal momento che dice "Che cos’è questa regola di grammatica greca? Non è altro che una vecchia regola che ogni studente di greco studia al primo anno,…" come vuol farvi capire. In risposta alle accuse formulate sopra contro la TNM, vi propongo una lista di Bibbie che traducono Tito 2:13 in modo simile alla TNM. Dopo che l’avrete letta, chiedetevi se anche questi studiosi hanno "ovviamente tradotto male", violando una regola che si applica certamente a Tito 2:13, e che ogni studente di greco studia al primo anno" (asserendo implicitamente che i membri del Comitato traduttori TNM siano meno competenti e/o meno onesti) e se anch’essi "non possono sopportare di leggerlo così", in modo da applicare il termine "Grande Dio" a Gesù Cristo?

 La regola di Sharp afferma che "Quando il copulativo ‘kai’ connette due sostantivi nello stesso caso, (vale a dire nomi di descrizione personale, oppure sostantivi o aggettivi o participi …) se l’articolo ‘ho’ o uno dei suoi casi precede il primo nome, o participio, senza essere ripetuto davanti al secondo nome o participio, il secondo ha sempre relazione con la stessa persona che è espressa o descritta dal primo nome, o participio: cioè denota un’ulteriore descrizione della persona menzionata per prima"). Le seguenti traduzioni bibliche indicano che Paolo in Tito 2:13 si riferisce a DUE soggetti:

New American Bible (1986): "del grande Dio e del nostro salvatore Gesù Cristo".

A New Translation of the Bible-Moffatt: "del grande Dio e del nostro Salvatore Cristo Gesù".

The New Testament in Modern English, J.B. Phillips (1972): "del grande Dio e di Cristo Gesù nostro salvatore".

The Riverside New Testament (1934): "del grande Dio e del nostro Salvatore Cristo Gesù".

 

Potrei citarne altre. Così si può davvero affermare che in Tito 2:13 "Gesù è dichiarato inequivocabilmente Dio e Salvatore"?

Al contrario.

Avete notato che Sharp ha usato la parola "sempre" in relazione alla sua ‘regola’? Con questa affermazione Sharp voleva sostenere che la sua ‘regola’ era una ‘legge’!! Ma su questo vari studiosi non si trovano d’accordo con lui.

In risposta alla domanda perché certe versioni bibliche traducono Tito 2:13 come riferite ad una medesima persona, la Watchtower [ediz. inglese] dichiara:

"Quelli che sono propensi a credere nella divinità di Gesù danno talvolta l’impressione che la suddetta posizione sia richiesta dalla grammatica greca. Ma le cose non stanno così. Infatti la validità della "regola" applicata a Tito è stata al centro di molti dibattiti da parte di eruditi.

Per esempio, il Dr. Henry Alford (The Greek Testament [Il Testamento Greco], Vol. III) dice: "Nessuno discute che possa significare quello che essi hanno interpretato", ma aggiunge che si ha bisogno piuttosto di determinare ‘quello che le parole significano’. E che non può essere determinato da regole grammaticali.

A Grammar of New Testament Greek (Moulton-Turner, 1963) [Grammatica del NT greco] commenta su Tito 2:13: "La ripetizione dell’articolo non era strettamente necessaria per determinare che i due soggetti siano da considerare separati".

E allora come la mettiamo con la "regola di Sharp"? Il Dr. Nigel Turner ammette: "Sfortunatamente, in merito al periodo in cui veniva usato questo greco non possiamo essere sicuri che una tale regola sia realmente decisiva". (Grammatical Insights into the New Testament, 1965) [Approfondimento grammaticale del NT]

In merito alla costruzione grammaticale usata, il Prof. Alexander Buttmann sottolinea: "Probabilmente non sarà mai possibile, sia in merito a letteratura profana che al NT, ridurre tutto a rigide regole che non abbiano eccezione, …" - A Grammar of the New Testament Greek. [Grammatica di greco del NT] In The Expositor’s Greek Testament, [Testamento greco del traduttore], il Dr. N.J.D. White osserva: "L’argomentazione grammaticale … è troppo esile per avere molta importanza, specialmente se prendiamo in considerazione non solo la generale noncuranza data all’articolo in queste epistole, ma anche la sua omissione davanti a ‘Salvatore’ in 1 Timoteo 1:1; 4:10". E il Dr. Alford sottolinea che in altri passi in cui Paolo usa espressioni come "Dio nostro Salvatore", non intende definire assolutamente Gesù, poiché "il Padre e il Figlio sono chiaramente distinti l’uno dall’altro". (1 Tim. 1:1; 2:3-5) …

"Perciò il Dr. White conclude: ‘Nel complesso, allora, decidiamo a favore di questa versione, a testimonianza della gloria del grande Dio e del nostro Salvatore Gesù Cristo’. Un numero di traduzioni moderne concordano su questo punto. Nel testo principale o nelle note in calce esse traducono Tito 2:13 mettendo in evidenza l’esistenza di due persone distinte,…" –The Watchtower, 1 aprile, 1981. [ediz. inglese]

Questo è quanto si può dire in merito a questa "regola stabilita" e alla TNM. Il summenzionato scrittore, che in Tito 2:13 definisce Gesù Cristo "inequivocabilmente Dio e Salvatore", evidentemente lui stesso forse dovrebbe imparare più di quanto impari uno studente di greco del primo anno. Se avesse imparato di più, forse non sarebbe stato così precipitoso nel fare le sue asserzioni. Non è per dire che è sbagliato' nel senso di 'sgrammaticato', come pensano altri che in Tito 2:13 hanno tradotto con un unico soggetto per applicare il termine "theos" [dio] a Gesù. Ci sono argomentazioni pro e contro questo modo di tradurre. Ma è sbagliato contestare il grado di erudizione della TNM facendo certi commenti impliciti e perfino espliciti come quelli che abbiamo letto più sopra. Non credo che il Comitato traduttori TNM abbia mai adottato tale non cristiana attitudine nel denigrare altri eruditi nel contraddittorio relativo a Tito 2:13 ed ad altre scritture di costruzione grammaticale parallela.

 

Che dire di 2 Pietro 1:1?

 

"Il passo riportato in 2 Pietro 1:1 desta sempre più interesse. Alcuni hanno semplicemente aggirato regole e considerazioni grammaticali e hanno optato per una traduzione scadente sulla base del versetto 2, il quale, dicono, "distingue chiaramente" tra Dio e Cristo… Non si può apprezzare una traduzione basata, come questa, su pregiudizi teologici. Il piccolo libro di 2 Pietro contiene un totale di cinque costruzioni "Granville Sharp" in 1:1, 11; 2:20; 3:2, 18. Nessuno argomenterebbe che gli altri quattro esempi sono eccezioni alla regola. Per esempio, in 2:20 è ovvio che sia "Signore" che "Salvatore" sono riferiti a Cristo. Questo è il caso di 3:2 come di 3:18. Nessun problema, dato che una traduzione corretta non calpesta i piedi di nessuno, detto simbolicamente dal punto di vista teologico. 1:11 è ancora più sensazionale. Qui la costruzione è identica a quella di 1:1, con una sola parola differente. Qui di seguito sono riportati i versetti traslitterati:

1:1: tou theou hemon kai sotaros Iesou Christou

1:11: tou kuriou hemon kai sotaros Iesou Christou

 Notate l’identicità dei due versetti, con la sola differenza di "kuriou" e "theou". Nessuno contesterebbe la traduzione di "nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo" in 1:11; perché allora contestare la traduzione di "nostro Dio e Salvatore, Gesù Cristo" in 1:1? La coerenza nella traduzione richiede che non permettiamo ai nostri pregiudizi d’interferire nel tradurre la Parola di Dio".

In risposta a quanto sopra esposto possiamo notare che le "costruzioni identiche" a 1:1 hanno tutte "kyrios" anziché "theos". Ebbene, in 1 e 2 Pietro l’autore si riferisce a Cristo come "kyrios" 12 volte ma, escludendo 2 Pietro 1 per il momento, non una sola volta come "theos". Se invece esaminiamo dove e come egli si riferisce al Padre, notiamo che Pietro lo chiama "theos" 45 volte. Così si può affermare che i suoi lettori erano ben consapevoli del fatto che il Padre fosse "theos", e probabilmente questo rende in 2 Pietro 1 superfluo ripetere l’articolo davanti a "soteros", dato che menzionando "theos" con l’articolo i lettori avrebbero saputo applicarlo al Padre, specialmente se abbiamo "Iesou khristos" dopo "soteros", rendendo quest’ultimo un soggetto separato. Ci troviamo di fronte a un tipico esempio d’inizio di lettera con il consueto riferimento sia a Dio il Padre che a Gesù Cristo. D’accordo con questo intendimento troviamo l’erudito cattolico Karl Rahner che in Theological Investigations [Investigazioni teologiche] disse: "S. Paolo si riferisce spesso al Padre come ["theos"] dove menziona Cristo come ["Kyrios"]; una menzione del Padre come del Figlio è prevedibile all’inizio di 2 Pietro, secondo la pratica abituale usata nelle lettere apostoliche". C’è da aggiungere che al versetto immediatamente successivo (2) Dio e Gesù sono esplicitamente distinti e menzionati come due differenti soggetti.

Quindi, come nel caso di Tito 2:13, abbiamo trovato traduzioni al di fuori della TNM che traducono 2 Pietro 1:1 come riferito a DUE soggetti: The New Testament in Modern Speech [Il NT in lingua moderna] (Weymouth); The Twentieth Century New Testament [Il NT del XX secolo] (1904 ediz. riveduta); Jewish New Testament [NT ebraico] (1990) e le traduzioni di George Noyes (1869); Samuel Sharpe (1881); J.B. Phillips (1969).

Nel libro Jehovah’s Witnesses Defended, An Answer to Scholars and Critics [op.cit] troviamo una bella discussione nel capitolo ‘Excursus’. (pagg. 221-248 nella prima ediz.), dove l’autore, G. Stafford dà un valido contributo all’intendimento, non solo inerente alla regola di Sharp e alla sua applicazione ai testi di Tito 2:13 e 2 Pietro 1:1, ma anche al perfezionamento o [ulteriore] chiarimento di tale regola da parte di Daniel B. Wallace ("The Article with Multiple Substantives Connected by kai in the New Testament: Semantic and Significance"). [L’articolo con sostantivi multipli connesso da kai nel NT: Semantica e Significato] E’ stato detto che chiunque ignori ciò che vi viene detto, trascura una discussione di "grande calibro". Io lo raccomando. (Seconda edizione ora disponibile)

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Ho anche letto:

"Una delle caratteristiche di una setta è l’affermazione di essere la sola vera chiesa. Essendo una dichiarazione esclusiva, non è insolito che abbiano la propria rivelazione divina extrabiblica. Nel caso dei Testimoni di Geova, una di quelle rivelazioni è la TNM della Bibbia".

 Se i TdG siano realmente una setta non rientra nell’ambito degli argomenti che mi sono proposto di trattare in questa pagina web. Non è nemmeno l’argomento spiegare quale sia "la sola vera chiesa". Ma l’autore summenzionato chiama la TNM una "rivelazione divina extrabiblica".

Se lo scrittore intende dire che i TdG credono che la TNM sia stata "rivelata" loro da Dio, fa un grosso errore. Il massimo di quello che ha detto il Comitato traduttori TNM è che ‘sperano’ che la loro opera di traduzione del testo biblico, com’è stato preservato nei manoscritti esistenti, abbia la benedizione divina. Essi dicono esplicitamente che nessuna traduzione biblica, inclusa la TNM, sia "ispirata". Aggiungono "Non esiste nessun traduttore o comitato di traduttori che possa affermare di avere ricevuto direttamente dall’Iddio Altissimo il comando di tradurre la Parola di Dio in un’altra lingua". (Prefazione della TNM 1950 delle Scritture Greche Cristiane). In considerazione di questi fatti, nessuno può dire onestamente che la TNM sia una "rivelazione divina extrabiblica". E certamente non è neppure una "rivelazione" divina. Se lo fosse, ci sarebbe da meravigliarsi del fatto che il Comitato traduttori TNM abbia impiegato oltre 12 anni per tradurre il testo originale senza essersi poi sciolto? Infatti, come è ben noto, il Comitato traduttori TNM ha continuato a riunirsi periodicamente per rivedere la traduzione e aggiornarla a cominciare dal 1960 fino al 1984. Se fosse stata una "rivelazione" divina, avrebbe avuto bisogno di una "revisione"? La TNM è stata tradotta e continua ad essere tradotta in varie lingue. Ma fino a che non sia resa disponibile in queste nuove lingue nelle quali i TdG predicano, questi ultimi non hanno smesso di usare le versioni esistenti nella loro lingua madre. Significa che i Testimoni siano rimasti privi di "rivelazione divina extrabiblica" in tutti questi anni? Ovviamente, lo scrittore rivela un punto di vista contaminato dall’astio, basato su carenza d’informazioni o su informazioni fuorvianti, e come tale non merita d’esser preso sul serio. Naturalmente, è risaputo in lungo e in largo che i testimoni di Geova usino qualsiasi traduzione biblica sia loro disponibile e non fanno obiezioni all’uso di traduzioni fatte da eruditi cattolici o protestanti. Come afferma il Comitato traduttori TNM, queste ed altre versioni "hanno soddisfatto [e continuano a soddisfare] i bisogni" dei lettori del loro tempo e "continuano a farlo". – ibid. La TNM [non pretende di avere il monopolio, ma] si affianca a loro.

Alan Duthie, nel suo libro già citato (Come scegliere la tua Bibbia saggiamente) dichiara:

 "…per dettagliati studi di parole e interessi simili nelle lingue originali suggeriamo versioni molto letterali come la NAS, la TNM …" pag. 225.

 C’è da meravigliarsi come Duthie possa raccomandare la TNM in relazione allo studio delle "lingue originali", vale a dire, sia l’ebraico che il greco, dopo aver detto che "è discutibile se la TNM sia stata tradotta da eruditi di ebraico o greco" Allora, che cos’è discutibile? La veracità, la credibilità o la critica? Vogliamo considerare quello che ha da dire Jason BeDuhn:

"Atroce, disonesta e inaccurata" potrebbe dirsi, come alcuni dicono, della TNM, ma tale stigmatizzazione è del tutto sbagliata. Ho sentito accuse sulla WT del tipo "ogni erudito rispettabile", "ogni erudito biblico o di greco" etc. ha condannato la TNM. Spesso si ha l’impressione che ciascuno di questi critici abbia preso a prestito le stesse parole ostili dalla medesima fonte. Tuttavia, qualunque essa sia, è menzognera. Approfondendo la ricerca sulla materia, non ho trovato quasi nessuna recensione della TNM in giornali accademici. Quelle pochissime che ho trovato datano dagli anni 50 e 60 (anche se da allora la TNM ha subito delle revisioni e dei miglioramenti). Questo genere di condanna totale della TNM non viene da una maggioranza, poiché gli eruditi biblici sono troppo occupati per recensire le pubblicazioni della WT che sono estranee all’interesse degli accademici.

Si tratta semplicemente di qualcosa a cui non prestiamo attenzione. Vorrei avere il piacere di conoscere i nomi di qualche erudito che abbia scritto una recensione della KIT [Interlineare del Regno] o della TNM. Sono alla ricerca di queste recensioni, che sembrano poche e a larghi intervalli. Perché questa caratterizzazione sia corretta, [una critica] dovrebbe sottolineare passi della TNM in cui i traduttori diano deliberatamente falsi significati per parole o frasi. Non un significato all’interno di una gamma di possibilità della lingua greca, ma qualcosa di realmente falso e sgrammaticato. Nonostante una dozzina di contatti nell’ultimo mese, nessuno ha potuto portare finora un singolo esempio che provi un’alterazione deliberata (dei numerosi passi che mi sono stati suggeriti e che ho controllati). Il fatto è che la TNM è quello che io definisco una traduzione "iperletterale", essendo molto aderente al greco, fino al punto di rendere scomoda la lettura. [di un testo inelegante, ma fedele] Ci sono pochi passi in cui i traduttori sembrano avere interpretato in maniera bizzarra, talvolta per chiarire qualcosa suggerita dal greco, spesso senza apparente ragione (probabilmente la mia ignoranza di elementi significativi della teologia dei Testimoni mi impedisce di afferrare tutta la loro portata). Se esaminate qualche altra versione disponibile, troverete esempi simili in cui la traduzione del testo appare forzata, senza violare il testo greco. Ogni traduzione è basata su preconcetti agli occhi di coloro che ne hanno fatto altre. E’ difficile giudicare chi ha ragione e chi ha torto da un semplice confronto di versioni. Si deve risalire al testo greco".

 Una persona interessata ai commenti di Beduhn, riportati in una Watchtower, chiese:

 "Così, se ho ben capito, voi state lodando sia la traduzione parola per parola della WT Society riportata sotto ciascuna parola del testo greco di Westcott-Hort e quella TNM riportata sulla colonna destra? In quali aspetti è "superiore alla maggior parte delle traduzioni di successo usate al giorno d’oggi?"

Prima di dare una risposta al prof. BeDuhn, consentitemi di citare l’opinione che esprime Julius Mantey sulla Interlineare del Regno:

 "Non ho mai letto un NT tradotto così male come l’Interlineare del Regno delle Scritture Greche… è un’alterazione del NT. I traduttori hanno usato ciò che è stato tradotto da J.B. Rotherham nel 1893, riportato in linguaggio moderno, e modificato l’interpretazione di molti passi per esporre quello che i TdG credono e insegnano. Questa non è una traduzione, ma un’alterazione" (Julius Mantey, Depth Exploration in the NT [Esplorazione profonda del NT] N.Y.: Vantage Pres, 1980, pagg. 136-137).

 

BeDuhn risponde:

 "L’Interlineare è qualcosa a cui ho dedicato la massima attenzione. Naturalmente è basata su Westcott & Hort. Una differenza che ho notata è la corrispondenza pedissequa di parola per parola al testo greco. E’ una cosa buona. La maggior parte di interlineari invece fanno un discreto numero d’interpretazioni già mentre selezionano, in base al contesto, una varietà di parole per ogni termine greco. Al contrario, questo suo metodo interpretativo fa venir fuori il meglio dalle traduzioni.

Il problema della maggior parte delle traduzioni disponibili è che sono libere interpretazioni del greco. Molte sono vere e proprie parafrasi. La NRSV [Nuova Versione Standard Riveduta] ha optato per un numero di parafrasi perfino maggiore della stessa RSV [Versione Riveduta Standard], che ha già un mucchio di problemi di questo tipo. C’è pure il fatto che molte parole non hanno più lo stesso significato di quando vennero scelte nella prima fase di selezione durante la traduzione del greco, e per questo sono fuorvianti o travisano il reale significato. La TNM è scritta in una lingua fresca, che induce i miei studenti ad afferrare il possibile significato. Una buona traduzione non dovrebbe celare problemi nel testo, ma piuttosto metterli in evidenza per proporli alla nostra ricerca dell’intendimento. La TNM soddisfa questi requisiti, a prescindere dall’intendimento dei TdG".

 

L’edizione del 1985

 

Ritenete l’opinione di Mantey degna di un competente erudito di greco? Vorrei che vi poneste la domanda da soli. Trovate commenti uguali ai suoi in vari siti web critici sui TdG e la loro TNM.

 

La critica dichiara anche:

"La sola Bibbia della quale i TdG hanno fiducia!"

 

Evidentemente non si è preoccupata di verificare come stanno le cose riguardo all’uso di traduzioni bibliche che i TdG fanno e continuano a fare nelle centinaia di nazioni in cui vivono, né le stesse dichiarazioni fatte dai TdG proprio su questo argomento.

 

Rispondo a questa falsa accusa:

 Dal 1870, anno in cui i TdG sono venuti all’esistenza, ci si chiede quale Bibbia usassero prima del 1950, anno in cui uscì la prima edizione della TNM delle Scritture Greche Cristiane. La WTB&TS pubblica anche altre traduzioni bibliche come KJV, ASV The Emphatic Diaglott, The Bible in Living English (S.T. Byington) e la NEB. Inoltre, in qualsiasi nazione i TdG si siano trovati, usano e continuano ad usare la versione biblica della loro lingua madre sia prima che dopo il 1950. Come dichiara una Watchtower: [edizione inglese]

"Inoltre, notiamo l’umiltà del Comitato traduttori nel riconoscere nelle loro note in calce ai versetti che ci sono altri modi di tradurli. Apprezzando questo, abbiamo sempre riconosciuto ed incoraggiato l’uso di una varietà di traduzioni bibliche. Perciò, sebbene profondamente grati dell’opera del Comitato traduttori TNM, i TdG usano qualsiasi Bibbia sia disponibile nelle lingue locali. Che sia la chiara e moderna lingua della TNM o un’altra, noi incoraggiamo tutti ad usare la lampada della Parola di Dio per illuminare il cammino della loro vita.-Salmo 119:105"- 1974, pag. 768.

 

"Nessuno usa la TNM all’infuori dei TdG".

 

Ma davvero?

 Il Dr. Jason Beduhn ha usato la KIT, dichiarando "In breve, è il migliore interlineare del NT disponibile" per insegnare a una classe il greco biblico.

Ovviamente, deve essere un testo di livello elevato perché possa fare questo. La KIT fu realizzata dal Comitato traduttori TNM nel 1969. Cosa significa? Che i membri di questo comitato devono avete una buona padronanza del greco koinè. Che hanno tutti i diritti di essere considerati eruditi. Non è una buona argomentazione logica?

 

Altra accusa alla quale ho già dato risposta è "I TdG non usano altre traduzioni!".

 

Ma voglio aggiungere che io sono un testimone di Geova e ho familiarità con 45 traduzioni bibliche. Se esaminate attentamente le pubblicazioni della WTB&TS, notate che esse fanno largo uso di molte altre traduzioni. Pensate che la critica abbia [ancora] ragione?

 

"La TNM ha subito molte revisioni" , è una ulteriore critica mossa su un sito web.

 

Come stanno le cose [in confronto ad altre versioni]? Vogliamo notare tutti gli anni in cui la KJV ne ha subite prima che uscisse la sua Versione Riveduta nel 1881:

1613,1629,1638,1644,1664,1701,1744,1762,1759 e 1850. La New English Bible del 1960 [Nuova Bibbia Inglese] è stata riveduta ed è divenuta la Revised English Bible del 1989. [Bibbia Inglese Riveduta] J.B. Phillips che ha pubblicato The New Testament in Modern English nel 1960 [Il NT in inglese moderno], lo ha ripubblicato nella revisione del 1972. La Revised Standard Version del 1950 fu a sua volta una revisione della American Standard Version del 1901, che a sua volta fu una revisione della King James Version del 1611. Poi nel 1989 uscì una revisione della RSV nella nuova veste di NRSV. Si potrebbero menzionare altre versioni rivedute. La prima edizione della TNM di per sé era già buona. Ma con le sue revisioni, riportate qui di seguito, ora è molto migliore!

Nel 1961 la TNM uscì in un singolo volume. Un numero di note in calce al testo di volumi anteriori furono aggiunte all’edizione principale "per aderire più strettamente al significato letterale delle lingue originali". The Watchtower 15 dicembre 1981, pag. 11. [ediz. inglese] Nel 1970 la TNM fu nuovamente riveduta e uscì con miglioramenti al passo con l’evoluzione della lingua inglese e col vantaggio di una migliore comprensione delle lingue originali da parte della comunità dei ricercatori. Ha subito oltre 100 cambiamenti a partire dall’edizione del 1961. L’edizione del 1981 fu il risultato di un’ulteriore accurata revisione, che fu facilitata da tecniche avanzate di composizione computerizzata. L’ultima revisione uscì verso il 1984. Come è stato dichiarato nella prefazione, "Non è propriamente un raffinamento del testo tradotto…, ma è stata ampliata per includere un completo aggiornamento e una revisione dei riferimenti marginali (incrociati) che erano stati riportati inizialmente nella versione inglese, dal 1950 al 1960". Comitato traduttori TNM, 1 giugno 1984, New York, N.Y.

 

Altra accusa sulla stessa pagina dello stesso sito web "Non è una traduzione, ma una parafrasi settaria e corrotta".

 

Credo che quello che avete letto sinora smentisca questa accusa come totalmente falsa! Ma potremmo aggiungere l’opinione di qualcuno che è privo di pregiudizi e non ha un interesse personale ad osteggiare la TNM:

 "Io preferisco la TNM sia alla NIV che alla NRSV. La ragione è semplice. Sia la NIV che la NRSV sono più parafrasate della TNM. Intendo dire che i loro traduttori estraggono il "significato" di un intero passo e lo convertono in un inglese che corrisponde a quel significato. Il problema è che ci sono molti passi del cui significato non possiamo essere certi. Invece è meglio aderire al greco per renderlo il più letterale possibile senza distorcere la grammatica inglese. Sia la NIV che la NRSV indulgono nel commentare, vale a dire, nel mascherare le difficoltà del testo traducendo in un modo levigato e apparentemente chiaro i passi che, comparati col testo greco, eludono le sue problematiche letterali. Questi commenti spesso si conformano a interpretazioni tradizionali (derivate dalla tradizione della KJV) allineate con il dogmatismo delle confessioni tradizionali (la NIV ne è più colpevole della NRSV).

 Il NT greco è pieno di ricche sfumature di significati, sottili riferimenti, di ogni sorta di metafore culturali, che spesso sono omesse nella traduzione. La TNM è molto letterale, che è un passo verso la giusta direzione; per lo meno posso additare un passo ai miei studenti, ed essi possono notare parole dalle quali non possono ricavare un significato perfetto. Esse forniscono degli indizi che conducono al significato che io posso elaborare per loro, mediante riferimenti ad altri passi biblici o a dettagli relativi alla società e alla cultura giudaica, greca o romana. Trovo molto difficile adottare questo metodo se usassi altre versioni più comuni.

 "E’ scorretto tuttavia, criticare una versione come ‘iperletterale’". Nella gamma delle traduzioni, io invece sostengo quella letterale contro quelle parafrasate e interpretative, poiché la letterale non dà spazio a contaminazioni derivate da opinioni e da interpretazioni preconcette. Naturalmente, io lavoro in un mondo in cui affianco lo studente per aiutarlo a decifrare le espressioni e gli idiomi peculiari, cosa che peraltro non viene neanche concessa alla maggior parte dei lettori della Bibbia. Così una traduzione "iperletterale" presenta alcune difficoltà, ma questo tipo di difficoltà consentono al lettore di cogliere il loro vero significato, mentre una parafrasi piacevole, comoda, contemporanea dà al lettore solo l’illusione che la Bibbia sia perfettamente capita e che non presenti delle sfide ai nostri consueti modi di pensare. Il che è tremendamente fuorviante". - Dr Jason BeDuhn.

 Egli definisce la TNM "iperletterale", cosa che potrebbe suonare come una critica. Ma non è così. Ovviamente la TNM è una traduzione letterale come per certo saprà il Dr. [BeDuhn], come ogni persona al corrente dei fatti. Ma assolutamente non una parafrasi (!) , sebbene sia ovvio che certe parafrasi sembrino necessarie".

 Queste dichiarazioni non escludono affatto l'idea che questo studioso abbia le sue particolari opinioni su come si potrebbe tradurre certi passi biblici nel modo che sembri a lui migliore. Infatti non si trova d’accordo al 100% con la TNM delle Scritture Greche Cristiane. Come, del resto, non esistono due eruditi che si trovino d’accordo su tutto, come non esiste una traduzione biblica sulla quale qualsiasi erudito non ‘trovi da ridire’, se si prendesse il tempo di recensirla.

 Torniamo al 1950, anno in cui il Comitato traduttori TNM rispose a coloro che contestavano l’anonimato dei suoi membri:

"La vera erudizione a sostegno della TNM sarà resa evidente non dalla rivelazione dei nomi dei membri del suo Comitato di traduzione, bensi' dalla fedeltà della traduzione stessa al testo greco e dall'aiuto che darà alla comprensione di ciò che Dio ha rivelato all’umanità. Non siamo turbati pertanto, dall'accusa: ‘Nonostante i traduttori vogliono mantenere nascosta la loro identità, essi probabilmente non impressionano né agli eruditi cattolici né a quelli protestanti. Nessuna meraviglia che i traduttori desiderino mantenersi anonimi’.

Quello che ci sta a cuore non è la lode da parte della comunità degli studiosi di questo mondo decadente, bensi' il servire Dio e l'educare le persone nella sua Parola. L’onestà, il coraggio e i fondamenti solidi di questa traduzione la raccomanderà ai cuori onesti. Già il fatto che l’universalmente nota WTB&TS pubblichi questa TNM è stata una raccomandazione agli amanti della Parola di Dio più di quanto non possa esserlo una mera comunità di eruditi della cristianità".

E nella WT 1974 Pag. 768 [ediz. inglese] si legge questa risposta alla domanda perché i membri del Comitato traduttori TNM desiderino restare anonimi:

"…Questi traduttori non hanno cercato la preminenza, non hanno desiderato attirare l’attenzione su se stessi. Nello spirito di "fare ogni cosa alla gloria di Dio", essi desiderano che il lettore basi la sua fede sulla Parola di Dio, non sulle loro qualifiche secolari. (1 Cor. 10:31) Altri comitati di traduttori condividono le stesse vedute. La copertina della Reference Edition (1971) della Bibbia NAS dichiara: "Non abbiamo usato nomi di eruditi per procurarci raccomandazioni perché la nostra fede nella Parola di Dio dovrebbe basarsi sui suoi meriti"."

 

Un po’ fuori argomento, ma degno di risposta è quanto segue:

 "A proposito, quando si presentano alla vostra porta, domandate loro [ai TdG] quale Bibbia avessero usato prima del 1950, l’anno della prima edizione della TNM. Se rispondono: la KJV, allora domandate loro perché la TNM non concorda con la KJV. Se avessero usato la KJV, domandate allora come avessero potuto usarla dal 1870 fino al 1950, dato che nella KJV mancava quella piccola parola "un" [lo scrittore si riferisce a Giov. 1:1 della TNM]…"

 

Questo critico si rivela ignorante del fatto che i TdG abbiano usato una varietà di traduzioni in molte lingue differenti, e non solo la KJV. Critica supida! Ecco alcune versioni bibliche inglesi usate dai TdG prima del 1950: KJV, ASV, Rotherham, Emphatic Diaglott, Goodspeed. Quello che non si in considera è il fatto che "usare" una particolare Bibbia non significa riconoscere la sua validità al 100% (ad es. un trinitario preferirebbe Tito 2:13 nella KJV, che non attribuisce esplicitamente il "grande Dio" a Gesù) Un passo nel quale i TdG non si trovano d’accordo con la KJV è quello di Giov. 1:1. Ma, ovviamente, i TdG sono stati consapevoli del fatto che l’interpretazione di Giov. 1:1 esposta qui è stata contestata anche da altri, ad esempio Benjamin Wilson nell’Emphatic Diaglot (la mia copia è stata pubblicata da Fowler & Wells, N.Y. nel 1883). Spesso la letteratura dei TdG antecedente al 1950 rimanda il lettore a Giov. 1:1, dove si legge: "Nel principio era il LOGOS, e il LOGOS era con DIO, e il LOGOS era Dio". Notate l’uso di "Dio" anziché di "DIO" quando riferito al LOGOS (la Parola). La versione interlineare dice "…e la Parola era con il Dio, e un dio era la Parola". - il corsivo è mio. Ovviamente, la traduzione di Goodspeed qui dice "…e la Parola era divina". Questa insieme alla Moffatt era usata e citata in molte occasioni prima del 1950. Ogni testimone di Geova sapeva pertanto, ‘a dispetto’ della versione data dalla KJV in questo passo, che la Parola non era "Dio". L’edizione della TNM delle Scritture Greche Cristiane nel 1950 mostrò l’intendimento dei TdG dal 1870 e perché interpretavano Giov. 1:1 in modo diverso dalla versione KJV. Così quando i TdG "bussano alla vostra porta" e ponete loro la domanda suddetta, ora sapete cosa potrebbero rispondere! (NB. Quelli che non conoscono il Diaglott di Wilson possono contattarmi per qualsiasi domanda. Possiedo molte informazioni su Wilson e sul suo Emphatic Diaglott).

 

Ho anche letto:

 "Abbiamo fatto la nostra traduzione della Bibbia, la TNM, la traduzione più corretta che sia mai stata fatta. I suoi traduttori sono tenuti anonimi, affinché l’onore di questa traduzione vada a Geova, non a degli uomini". Tratto dal documento ‘A che cosa credono i TdG’ dal loro sito web http://194.234.87.103. Va bene, dato che a Geova viene dato tutto il credito per la stesura di questa traduzione, e se Geova è DIO, allora questa dev’essere veramente una traduzione perfetta, come DIO è perfetto, e non commette errori. Commettere errori è opera di Satana, vero? Allora devo chiedere perché ci sono così tanti conflitti, incongruenze e cambiamenti nella TNM? In questo documento ne elenco soltanto pochi. Tutti i versetti sono tratti dalla TNM".

 

Naturalmente, questo critico della TNM distorce quello che gli stessi TdG hanno dichiarato di essa. [Sospetto che abbia travisato il contenuto del sito web della WTB&TS]. Se il critico si è disturbato a fare questa ricerca, giustamente avrebbe trovato questa dichiarazione nella prefazione della TNM 1950:

"…Nessuna traduzione di questi scritti sacri [NT] in un’altra lingua, eccetto che gli scritti originali, è ispirata… Nessun traduttore è ispirato né comitato di traduttori può asserire di avere ricevuto un diretto incarico dall’Iddio Altissimo di tradurre la divina Parola in un’altra lingua… Quindi, l’opera di traduzione è un’opportunità ed un privilegio. Nel presentare questa traduzione delle Scritture Greche Cristiane [NT] la nostra fiducia è stata riposta nell’aiuto del grande Autore del Libro. Il nostro principale desiderio è stato non quello di cercare il plauso degli uomini, ma l’approvazione di Dio nel tradurre la verità della sua ispirata Parola in maniera pura e compatibile, per quanto dipenda dalle nostre capacità di consacrati servitori…"

 Nel 1969 fu pubblicata la Interlineare del Regno delle Scritture Greche [KIT], opera del Comitato traduttori TNM. Questa traduzione greco-inglese dà a ciascuno l’opportunità di esaminare da vicino gli sforzi operati dal Comitato traduttori su questa parte della Bibbia.

Così è evidente che il Comitato traduttori stia invitando tutti, se eruditi o no, a confrontare la loro traduzione direttamente con il testo originale di Westcott & Hort, su cui è basata. Ritenete che il loro sforzo miri ad un’apertura [mentale] verso la loro opera? Lo vorrei. Se [fosse vero che] il NWTTC [Comitato traduttori TNM] avesse operato su questa parte della Bibbia nel modo contestato dai critici, come se "sperassero che nessuno lo notasse" – secondo quanto ebbe da dire un critico sulla traduzione di Matteo 27:50 – avrebbero intrapreso un’opera [così impegnativa] come la KIT?

 "Perché [le accuse di] preconcetti [nella TNM] riguardo a Cristo? Perché la Watchtower insegna che Gesù è un dio potente, ma non l’Iddio onnipotente, vale a dire che è una creatura anziché il Creatore".

 

Questo è quanto ha dichiarato su internet un critico che ha un differente punto di vista su Gesù Cristo. Ma la TNM è colpevole di "preconcetti" a motivo del credo non trinitario dei suoi traduttori?

Questa accusa è troppo semplicistica e realmente fuorviante. Similmente, si potrebbero considerare tutte le traduzioni fatte da trinitari preconcette solo perché questi sono trinitari! Sarebbe sbagliato affermare "Perché i preconcetti in una determinata traduzione? Perché il traduttore insegna che Gesù sia l’Iddio Onnipotente, ma non un dio potente, il Creatore anziché una creatura". Le cose non devono andare affatto così. Bensì l’accusa di preconcetti infondati avrebbe ragione di essere se si notasse o si potesse provare che la teologia dei traduttori violasse elementi grammaticali, semantiche, contesto e fattori linguistici che sono fondamentali per comprendere e tradurre particolari passi della Scrittura. Talvolta si legge che determinati passi biblici nella TNM siano preconcetti nei confronti della ‘loro’ teologia, solitamente inerente alla ‘divinità’ di Cristo. Ma solitamente si può notare che altri traduttori o comitati di traduttori che non sono testimoni di Geova e che non condividono una ‘teologia’ con questi, hanno tradotto passi biblici simili a quelli della TNM.

Quindi risulta ovvio che, quando si valuta l’attendibilità dell’interpretazione di determinati passi biblici nella TNM, entra in gioco ben altro che le credenze dei TdG.

Certuni possono citare opinioni di eruditi accreditati a sostegno della loro polemica asserzione che la TNM sia inaffidabile a causa della "teologia" dei suoi traduttori o della loro ‘negazione’ della "divinità" di Cristo". Ma che cosa si può dire di tali opinioni? Per esempio, uno potrebbe citare di Robert Bowman questa dichiarazione: "Dovrei anche chiarire fin dall’inizio cosa vuol dire accusare una traduzione di preconcetti dottrinali. Mentre tutte le traduzioni riflettono in una certa misura le convinzioni dottrinali dei loro traduttori, certe traduzioni sono così eccessivamente preconcette da travisare pesantemente il significato della Bibbia. Così, sebbene sia vero che ogni traduzione rifletta alcuni preconcetti, questi sono, nella maggioranza dei casi, irrilevanti se confrontati con quelli della TNM". Il corsivo è mio.

 

Vorrete notare che Bowman non sta semplicemente accusando la TNM di preconcetti, ma di essere "estremamente basata su preconcetti" nei confronti delle dottrine dei suoi editori (stando così in disaccordo con Houtman citato all’inizio) "travisando pesantemente" il significato della Bibbia. Bowman tenta di provare questa aspra accusa che andremo ad esaminare più sotto. Ma quello che segue è quanto Jason BeDuhn ha scritto ad un critico della TNM che ha relazione con questo:

 "Sia cauto verso chi le dà informazioni. Ne ho fatto l’esperienza nel greco koine. Quando si parla di informazioni, la vostra lista molto ordinata è semplicemente una lista di nomi: come facciamo a sapere quello che ha detto ciascuno di questi individui? Qualcun altro all’infuori di me può vedere il comune denominatore di tutti questi studiosi? Essi sono tutti membri di scuole religiose appartenenti a specifiche confessioni della cristianità. Io non ho ragione di mettere in dubbio l’integrità di nessuno di questi signori. Al contrario, sono sicuro che mostrino perfetta integrità nel loro impegno primario, che è la loro fede religiosa. Non è giusto presumere che la loro appartenenza religiosa attesti il loro coinvolgimento teologico? Io immaginerei che questi signori leggano la Bibbia in sintonia con i loro coinvolgimenti, e non li biasimerei per questo; poiché è la loro prerogativa, e sono sicuro che nel fare questo siano appoggiati dalle loro istituzioni. Se qualcuno desidera leggere versioni presbiteriane, cattoliche o evangeliche della Bibbia, lo esorto a consultare i relativi esperti. Se, invece, volete fare una valutazione obiettiva di una traduzione biblica, non rivolgetevi a teologi, ma ad eruditi biblici secolari che siano docenti universitari. Le nostre professioni non sono ambigui strumenti da usare per contraddire dogmi religiosi, perché non siamo mercenari al servizio di apologie o polemiche. Siamo storici e linguisti alla ricerca del vero significato di quello che fu detto nei testi antichi. Io non mi aspetterei che voi vi rivolgiate a noi per chiederci assistenza spirituale. Ma se desiderate sapere il vero significato di quello che l’originale greco del NT voleva o non voleva dire, abbiamo l’addestramento e l’autodisciplina per provvedere questo mezzo senza speciale patrocinio. Non è una millanteria altezzosa, bensì un commento sul genere d’educazione che valutiamo in una nazione impegnata a separare la chiesa dallo stato (per la protezione di entrambi) e su una professione che non elude la sfida di esaminare ogni tesi".- il corsivo è mio.

 Fate attenzione al commento di BeDuhn "Se, invece, volete fare una valutazione obiettiva di una traduzione biblica, non rivolgetevi a teologi, ma ad eruditi biblici secolari che siano docenti universitari". Quando Bowman ammette che la maggior parte dei suoi commenti siano da considerare soltanto come tali, si può ritenere "obiettiva" la recensione che ha fatto della versione TNM?

 

Robert Bowman tenta di avvalorare l’accusa che la TNM sia "preconcetta dottrinalmente" dicendo: "Certe aggiunte fatte fra parentesi quadre nella TNM creano un così evidente travisamento di significato che c’è da meravigliarsi come mai i TdG non lo mettano in discussione. In 1 Cor. 14:12-16 l’espressione "dono dello" è aggiunta fra parentesi cinque volte, cambiando "spirito" in "[dono dello] spirito". Il risultato è che viene omesso il contrasto fra lo "spirito" personale e la " mente" di Paolo, a sostegno della dottrina dei TdG, che lo spirito non è un’entità distinta che sopravviva alla morte. Per rafforzare l’assenza di questo contrasto, la parola "mia" è aggiunta fra parentesi davanti a "mente" due volte al versetto 15. Perciò il semplice contrasto fra "lo spirito" e "la mente" è cambiato in "il [dono dello] spirito" e "la [mia] mente".

 C’è la prova che in questi cinque versetti di 1 Cor. 14:12-16 la TNM stia mostrando "preconcetti dottrinali" con la parola "spirito"? E’ vero che la TNM ‘aggiunge’ o piuttosto ‘provvede’ le parole "doni dello" (una volta) o "dono dello" (quattro volte). Ma Bowman tace sul fatto che al versetto 12 anche la maggior parte delle altre versioni ‘aggiungono’ o ‘provvedono’ una parola alla parola greca "pneumatwn", letteralmente "di spiriti". Così qui abbiamo "doni spirituali" – The New Testament in the Language of the People by C.B. Williams, The Revised Standard Version (1989); "doni dello Spirito" – The Revised English Bible (1989); "donazioni spirituali" – The Bible, An American Translation (Goodspeed); Amplified Bible (1958).

L’ultima versione menzionata sopra, The Amplified Bible, aggiunge/provvede le parole "dallo Spirito Santo che è dentro di me" ai versetti 14, 15 (due volte) e 16 dopo la parola "spirito". Quindi il Comitato traduttori della Amplified Bible qui è in disaccordo con Bowman. Mentre costui afferma che la parola "spirito" al versetto 14 è lo "spirito personale" di Paolo, l’interpretazione che ci dà l’Amplified Bible è che qui si tratta dello Spirito Santo. Così già qui notiamo una divergenza d’opinione. Una nota in calce al testo della Amplified Bible mostra che qui è stata fatta la stessa ‘interpretazione’ di Marvin R. Vincent in "Word Studies in the NT". [Studi delle parole del NT] Onestamente questo testimone di Geova ha sollevato una ‘controversia’ non sulle parole aggiunte fra parentesi nella TNM, ma sulla autocompiacenza di Bowman quando fa notare ai suoi lettori che esistono divergenze sul significato di "spirito" ai versetti da 14 a 16 di 1 Cor. 14. In merito a questa controversia si può consultare The Linguistic Key to the Scriptures [Chiave linguistica delle Scritture], che al versetto 14 fa notare che "pneuma mou" significhi "mio spirito [di Paolo]" con questo commento "Potrei riferirmi allo spirito umano di Paolo ([C.K.] Barrett [A Commentary on the First Epistle to the Corinthians]) [Commentario della prima epistola ai Corinti] o allo Spirito Santo o al dono spirituale dato dallo Spirito Santo. (Vedete Johannes Weiss [Der erste Korinther Brief] [La prima lettera ai Corinti]; P[aul’s] A[nthropological] T[erms], [Termini antropologici di Paolo], 190 segg. [di Robert Jewett, Leiden:E.J.Brill, 1971]

 Notate qui che lo "spirito" di Paolo potrebbe riferirsi ai "doni spirituali dati dallo Spirito Santo". Pertanto, se è questa l’interpretazione condivisa dal Comitato traduttori TNM, non possono fare a meno di aggiungere le parole "dono dello" fra parentesi quadre? Dobbiamo rammentare che la traduzione deve trasmettere il completo significato della parola usata dallo scrittore originale come veniva capita dai lettori del suo tempo e non sempre propriamente un termine o una parola ‘equivalente’ (nel caso ce ne fosse) nella lingua di destinazione. Per questo motivo talvolta è essenziale che il traduttore provveda delle parole ‘aggiuntive’. Il Comitato traduttori TNM scelse, come è giusto che facciano tutti i traduttori, di aggiungere le parole "dono dello" al fine di evitare confusione sul significato che ESSI ritenevano giusto dare alla parola "spirito" in questi passi biblici controversi. L’aggiunta delle parole "doni dello" aiuta il lettore a comprendere le ‘raccomandazioni’ che Paolo dava alla congregazione di Corinto relativamente ai "doni spirituali" che dovevano "cercare zelantemente" (I Cor. 14:1), dedicando questi pensieri ispirati specialmente a coloro che avevano il dono di parlare in "lingue" (1 Cor. 14:2). In tutto il capitolo 14 Paolo mette a fuoco questo particolare argomento del "dono". Ma tutto questo ragionamento vuol dimostrare che nel campo della traduzione esiste un grado d’interpretazione. Sarebbe ingenuo non pensarlo. Sicuramente Bowman non ha provato che in 1 Cor. 14:12-16 la TNM sia "preconcetta dottrinalmente". Ironia del caso vuole che Bowman, facendo l’esempio riferito alla TNM che "certe traduzioni sono così eccessivamente preconcette da travisare pesantemente il significato della Bibbia", tradisca nient’altro che un preconcetto sleale! Così il prof. BeDuhn dimostrò sagacia nel dire "Siate cauti verso chi vi dà informazioni"!

 Vi rammento che Bowman disse anche "la parola ‘mia’ è pure aggiunta fra parentesi davanti a ‘mente’ due volte al versetto 15. Quindi il semplice contrasto fra "lo spirito" e "la mente" è cambiato in quello fra "il [dono dello] spirito" e "[la mia] mente".

Tuttavia, Bowman è troppo frettoloso nel criticare qui la TNM. Anche The Translator’s New Testament "aggiunge" la parola "mia" davanti a "mente" al versetto 15. Come altre traduzioni di Barclay, Weymouth e The New Berkeley Version, e senz’altro altre ancora.

Da parte mia, io ho concesso a Bowman di indurmi a "metterle in dubbio", parlando delle parole aggiunte fra parentesi quadre, per trovare in errore proprio lui, in logo della TNM. E' una dichiarazione pesante, ma d’altra parte è inevitabile che chi che muove critiche vigorose, debba aspettarsi rimproveri altrettando vigorosi!

 

Bowman continua:

"PAROLE MODIFICANTI* La TNM è anche colpevole di tradurre male o di parafrasare parole in un modo che non solo danneggia il testo, ma che rivela anche i suoi prevalenti preconcetti dottrinali. Lo fa addirittura con le preposizioni. A volte si puo' pretendere troppo anche dalle preposizioni. Parole come "in", "di", "dentro" e "con" non hanno in se stesse un reale significato dottrinale. Invece lo hanno quando sono collegate ad altre parole. E’ anche importante riconoscere che il significato di una preposizione cambia secondo il contesto. Ma tuttavia è vero che le preposizioni hanno funzioni e significati riconoscibili e non possono essere tradotte in modo arbitrario. A dispetto di questo, la TNM traduce la preposizione semplice "in" (greco, en) con inutili variazioni che spesso oscurano o alterano il significato del testo. Questo è illustrato in 1 Giov. 5:20, dove la TNM dice in parte "E noi siamo uniti al Vero per mezzo del Figlio suo Gesù Cristo". Leggendo questa traduzione, non si sospetterebbe mai che "uniti a" e "per mezzo di" corrispondano alla medesima preposizione greca. Non c’è alcuna ragione valida per questa variazione. "E noi siamo uniti al Vero, uniti a suo Figlio Gesù Cristo", avrebbe messo in risalto che il concetto di Giovanni è che l’unione con Cristo è l’unione con Dio".

 

Vogliamo rispondere alle accuse di Bowman, facendo notare che si astiene dall’accusare C.B. Williams di avere - come la TNM - fatto distinzione di significato nelle due volte in cui compare la medesima preposizione greca "en" nello stesso versetto di 1 Giov. 5:20: "…e noi siamo in unione [greco "en"] con il Vero mediante [greco "en"] Suo Figlio Gesù Cristo…" –The New Testament in the Language of the People.

O come la The Modern Language Bible/New Berkeley Version:

"…E noi siamo in unione [greco "en"] con il Vero, con Suo Figlio Gesù Cristo…"

O come la versione di E. Goodspeed nella The Bible, An American Translation:

"…e noi siamo in unione [greco "en"] con colui che è vero, mediante [greco "en"] suo Figlio…"

O come The Twentieth Century New Testament:

"…e noi siamo uniti al Vero Dio per mezzo della nostra unione con suo Figlio". (il corsivo è mio)

Notate che la parola "per mezzo" usata da questa traduzione è collegata alla seconda citazione della preposizione "en".

Tutte queste traduzioni e senza dubbio altre ancora degne di menzione hanno interpretato la prima citazione della comunissima preposizione "en" nel senso basilare di "in". Ma nella seconda citazione nel senso strumentale. E’ "per mezzo" (TNM) o "mediante" (Goodspeed) Gesù Cristo che i cristiani sono "in" o "in unione col" vero Dio. Questo sembra accordarsi più facilmente con la prima parte del versetto 20 poiché è mediante la venuta del Figlio di Dio che i cristiani hanno ricevuto la "capacità intellettuale" (TNM nota in calce a 1 Giov. 5:20) di acquistare conoscenza del Vero, Dio. Così Gesù fu lo strumento usato da Dio per dare a coloro, che hanno fede in suo Figlio, la capacità di stare in "unione" con Lui [Dio]. Pertanto, la Contemporary English Version (1955) traduce questo passo così "…E a causa di Gesù Cristo, noi ora apparteniamo al vero Dio". (l’enfasi è mia) Ad ogni modo, nessuna di queste versioni, per quanto possa essere preferibile, può essere accusata da Bowman di contenere "preconcetti dottrinali". Certamente i traduttori di queste altre versioni non erano e non sono testimoni di Geova e non sostengono le stesse dottrine. Quindi Bowman dovrebbe essere, al massimo, critico nell’ambito della traduzione, senza fare accuse di preconcetti infondati, nei confronti di altre versioni e non solamente nei confronti della TNM. Un altro grave caso di disinformazione nei confronti dei suoi lettori. Questo è tutto quanto deve restare oggetto di discussione in questa pagina. Ma non vuol dimostrare che un critico non possa dissentire dalle decisioni prese dal Comitato traduttori TNM, bensì dimostrare che le accuse di preconcetti dottrinali nella traduzione rivolte agli editori della TNM hanno a che fare più con divergenze teologiche. Quando ci si trova a dissentire in campo dottrinale, ci si dovrebbe mostrare ugualmente reciproca lealtà. Quella che Bowman purtroppo non ha mostrato.

 

Un altro esempio di Bowman sotto l’intestazione "Parole modificanti":

"Ancora, in Col. 2:6-12 la preposizione "in" è tradotta dalla TNM con l’uso d’inutili variazioni. L’espressione greca "en auto" ("in lui") è tradotta "in unione con lui" (vers. 6b), "in lui" (verss. 7a, 9) e "per mezzo di lui" (vers. 10). "En ho" ("in chi") è tradotta "mediante la relazione con lui" (verss. 11a, 12a). Queste differenti interpretazioni di "in" non servono ad alcuno scopo utile, scardinano l’unità del passo biblico e oscurano il concetto espresso dall’autore che la vita del cristiano sia basata su una relazione soprannaturale con Cristo mediante la fede".

 

A proposito delle sue ultime affermazioni che l’interpretazione data dalla TNM alla comunissima preposizione "en" qui "non serva ad alcuno scopo utile", "scardini l’unità del passo biblico", oscuri "il concetto dell’autore" della "relazione soprannaturale con Cristo", vogliamo esaminare la traduzione che Charles B. William fa di questo passo riportato in Col. 2:6 ,7 ,9-12. Indicherò i caratteri con colori differenti dove appare la preposizione "en", con la sua traduzione fatta da Williams accanto a quella fatta dalla TNM, affinché possiate confrontarle facilmente.

"(6). Perciò, come avete accettato una volta Cristo Gesù il vostro Signore, dovete continuare a vivere in unione vitale con ["en" "in unione con"] Lui, (7) profondamente radicati in Lui, continuando ad essere edificati in ["en" "in"] Lui, e resi stabili nella fede, proprio come vi è stata insegnata, traboccando di essa [fede] nella vostra gratitudine…

(9) Perché in ["en" "in"] Lui continua a dimorare corporalmente tutta la pienezza della qualità divina, (10) e mediante l’unione ["en" "per mezzo"] con Lui avete la pienezza… (11) E mediante l’unione con lui ["en o" "mediante la relazione con lui"] foste una volta circoncisi…(12) poiché foste sepolti con Lui nel battesimo e destati alla vita con Lui mediante ["en o" "mediante la vostra relazione con"] la vostra fede nella potenza di Dio…"

Perciò, secondo Bowman, anche Charles B. Williams avrebbe "tradotto … usando inutili variazioni" senza "servire a nessuno scopo utile" e "scardinando l’unità del passo biblico" e oscurando "il concetto dell’autore" della "relazione soprannaturale con Cristo". Non ho ancora visto nessuno recensire negativamente la traduzione di Williams per le interpretazioni che ha dato. Proprio Julius R. Mantey, quando teneva un corso di perfezionamento di greco a diplomati per un anno intero su traduzioni del NT, ebbe a dire: "è divenuto sempre più evidente a tutti gli studenti che la traduzione del Dr. Williams fosse in possesso di meriti insoliti e impareggiabili, non solo per il significato dei tempi [dei verbi], ma anche per aver evidenziato in modo chiaro ed accurato il significato di ogni parola e concetto greco… Abbiamo concluso che è la migliore traduzione del NT nella lingua inglese". Ho anche brevi encomi da parte di Edward A. McDowell del John Mostert of Moody Bible Institute, Chicago, Illinois. (Anche Ray Summers, Philip C. Johnson, Lloyd S. Cressman e Boyce W. Blackwelder). Nessuno di loro sembra avere notato quello che Bowman considera una "cattiva traduzione" con "variazioni inutili", con la traduzione della preposizione "en" che "non serve ad uno scopo utile", "scardinando l’unità del passo biblico" e oscurando "il concetto dell’autore" di quella "relazione soprannaturale con Cristo".

Dovremmo anche notare che c’è qualche "variazione" di traduzione a questo riguardo anche nelle seguenti versioni: The New Testament-A Translation by [Il NT – Una traduzione di] William Barclay, The Bible – An American Translation [La Bibbia – Una traduzione americana] (Edgar Goodspeed), Todays English Version. [Versione inglese odierna].

 

Ebbene, caro Lettore, che cosa pensi dei motivi delle critiche fatte da Bowman alla TNM? Secondo la mia opinione, sia la TNM che The New Testament in the Language of the People di Charles B. Williams si sono rivelate eccezionalmente accurate nell’evidenziare tutte le giuste sfumature, invece di fare una traduzione insipida e pressapochistica delle parole dell’apostolo Paolo.

 

Bowman prosegue la sua critica alla TNM con i seguenti commenti:

"Un altro termine mal tradotto è "credere". Uno degli insegnamenti evangelici della cristianità più offensivi per i TdG (e per molti altri ancora) e che Dio considera giusto il peccatore sulla base della sola fede o credo in Cristo. Naturalmente, quando "fede" o "credo" sono ridotti al coinvolgimento mentale di credere a una dottrina, questo viene disapprovato. Ma la giustificazione biblica è basata sulla fede in Cristo, non su quella di una dottrina. Nondimeno, anche se questo insegnamento è propriamente stabilito, è offensivo per i TdG, come denota il suo tentativo di oscurare questa verità nella TNM. Molto degno di nota a questo riguardo è come la TNM traduce la parola greca "pisteuo": "esercitare fede" anziché "credere". Come altri hanno notato, "esercitare fede" implica più che credere: compiere operer aulla base della propria fede. La TNM quasi sempre traduce "pisteuo" "esercitare fede" quando concerne il totale perdono di Dio e la giustificazione da Lui concessa a coloro che credono in Cristo (per es. Giov. 1:12; 3:16-18 [ma nota il vers. 15]; Rom. 4:3; Gal. 3:22".

 

Lasciamo che gli editori della TNM rispondano per se stessi:

"Perché la TNM traduce la parola greca pi'steu'o a volte "credere" come la maggior parte delle versioni e altre volte "esercitare" [o riporre] fede in"?

Per evidenziare differenti sfumature di significato espresse dalla parola greca pi'steu'o. Per esempio, la Grammar of New Testament Greek [Grammatica del NT greco] di James Moulton sottolinea che i primi cristiani riconoscevano chiaramente "l'importanza della differenza fra il semplice credere… e la fiducia personale". Ambedue i concetti possono essere espressi dalla medesima parola pi'steu'o. Spesso le differenze di significato di pi'steu'o vanno interpretate in base al contesto. A volte, tuttavia, costruzioni grammaticali differenti ci aiutano a discernere quello che intendeva dire lo scrittore. Per esempio, se pi'steu'o è seguito soltanto da un sostantivo nel caso dativo, la TNM solitamente lo traduce semplicemente "credere", a meno che il contesto non indichi qualcosa di diverso. (Matteo 21:25, 32; vedete però Romani 4:3) Se pi'steu'o è seguito dalla parola epi', "a", è tradotto solitamente "credere a". (Matteo 27:42; Atti 16:31) Se è seguito da eis, "in", è tradotto solitamente "esercitare fede in". (Giov. 12:36; 14:1) Quest'ultima versione (che ci rammenta come pi'steu'o sia correlato alla parola greca pi'stis, "fede") è in armonia con un commento contenuto in An Introductory Grammar of New Testament Greek, [Una Grammatica introduttiva al NT greco] di Paul Kaufman. Quest'opera dice: "Un'altra costruzione comune nel NT (specialmente nel Vangelo di Giovanni) è [pisteuo] con [eis] e il caso accusativo…La traduzione deve tener conto dell'intera costruzione di [eis] con l'accusativo piuttosto che della preposizione [eis] come parola isolata. La fede è intesa come un'attività, come qualcosa fatta da esseri umani, per es. come il riporre fede in qualcuno"". Torre di Guardia 1/12/1990 (inglese).

Credete che Bowman abbia provato questo punto? O pensate piuttosto che sia la TNM a dare prova di trattarlo con accuratezza e precisione?

 

Riguardo all' "aggiunta di parole" Bowman afferma:

"Quel che spesso non viene riconosciuto è che la TNM ha lo stesso modo di procedere in diversi altri passi biblici. (Atti 10:36; Romani 8:32; Fil. 2:9) In Romani 8:32 ("…non ci darà con lui [Gesù] benignamente anche tutte le altre cose?"), la parola "altre" non è più posta fra parentesi, contrariamente a quanto solitamente avviene nella versione. [5] In ogni caso, lo scopo è apparentemente quello di travisare l'implicito messaggio del testo che Gesù Cristo è Dio".

 

In Romani 8:32 la parola greca che la TNM ha tradotto "tutte le altre opere" è "panta", una forma declinata di "pas". Chiunque conosca il greco si rifiuterebbe in modo assoluto di contestare che la parola "pas" possa significare "tutte". Ma, a seconda del contesto, può significare anche "tutte le altre" o "tutte le specie di". Come hanno tradotto le altre versioni questo passo biblico di Romani 8:32. Molti lo traducono "tutte le cose". Per esempio la RSV lo traduce "tutte le cose", trovando l'approvazione di Bowman. Tuttavia, la Nuova RSV [NRSV] del 1989 lo traduce "ogni altra cosa", in sintonia con la TNM.

La NRSV non è la sola a comportarsi così. La New English Bible (1960) lo traduce "tutto quanto egli ha", ma la Revised English Bible del 1989 lo traduce "ogni altro". L'articolo di Bowman a cui mi sono riferito fu pubblicato dal Christian Research Journal, [Giornale di ricerca cristiana] inverno/primavera 1989, pag. 20. Mi meraviglierebbe il fatto che Bowman menzioni Romani 8:32 come un esempio delle "alterazioni" fatte dalla TNM a causa dei suoi "preconcetti dottrinali" se avesse conosciuto le due revisioni pubblicate verso la fine del 1989 che traducono "pas" come la TNM. Inoltre, abbiamo le versioni più vecchie di Moffatt "ogni cosa in aggiunta" e quella di C.B. Williams "ogni altra cosa". Sono in errore anche queste versioni perché credono che "Gesù non è Dio"? Difficilmente! Vedete anche la New American Bible [NAB] (1990).

 

Riguardo all' "omissione di parole" Bowman dice:

"Anche Giov. 14:14 dovrebbe essere menzionato. Nella TNM leggiamo "Se VOI chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò". Nel testo greco della KIT tuttavia si legge "a me" dopo "chiederete". Perciò dovrebbe essere tradotto "Se chiederete a me qualche cosa nel mio nome, io la farò". E' vero che i manoscritti più antichi del testo greco omettono questa parola, ma i più recenti la includono, come anche la maggior parte delle edizioni moderne (incluse quelle usate dai TdG come testi di supporto e di confronto nella TNM). Per lo meno, la TNM avrebbe dovuto fare un riferimento a questa variante in una nota in calce".

 

Non dimenticate: Bowman fa questo esempio inerente alla TNM ritenendolo una prova degli "estremi preconcetti" di questa versione biblica dei TdG. Ma ha ragione?

Bowman può avere motivo di pensare che la TNM "avrebbe dovuto fare riferimento a questa variante in una nota in calce", dato che è contenuta nel testo greco di Westcott & Hort. Tuttavia, c'è ancora qualche cosa da dire sulla questione.

Innanzitutto ci sono altre traduzioni basate sul testo greco di Westcott & Hort che, non senza ragione, pure omettono "a me" qui in Giov. 14:14 senza nemmeno aggiungere una specifica nota in calce. Due esempi sono The Twentieth Century New Testament e The New Testament in the Language of the People di C.B. Williams. Questo traduttore dice nella sua prefazione "La nostra traduzione è basata sul testo greco di Westcott & Hort…Quando sorgono conflitti di versioni dei manoscritti greci, abbiamo dato solitamente la preferenza al Manoscritto Vaticano, che è il più antico ed anche il più accreditato".

Bowman ha ragione nell'affermare che nella KIT (Traduzione interlineare del Regno) il "testo greco contiene 'a me' dopo 'chiederete'". (Il testo di Westcott e Hort già menzionato) Ma quello che è importante sapere è che, sebbene il testo greco di Westcott e Hort sia riprodotto nella colonna sinistra di ogni pagina della KIT, non altrettanto lo è la nota di Westcott e Hort. Se leggiamo il testo greco riprodotto nel The New Testament in the Original Greek, MacMillan & Co., Limited, Londra 1926, possiamo notare la nota originale di queste critiche testuali. In Giov. 14:14 possiamo vedere che "a me" nel greco sta fra parentesi quadre. Che cosa significa? Lo possiamo vedere alla pag. 581 della suddetta opera, dalla quale prendo la seguente citazione:

"Varianti [all'interno delle versioni; in linguaggio accademico si definiscono "lezioni"]: Laddove sia impossibile stabilire quale delle lezioni sia quella esatta, si annotano tutte quelle che hanno una ragionevole probabilità di essere quelle esatte. Il posto principale del testo è assegnato a quella lezione che nel complesso è la più probabile, o nel caso di uguale probabilità è la più accreditata. Le lezioni alternative o varianti occupano un posto secondario nelle note a seconda che differiscano dalla lezione principale per omissione, aggiunta o sostituzione. Una lezione secondaria di parole omesse è esposta fra parentesi nel testo principale…"

Così veniamo a sapere che Westcott e Hort non consideravano principale la lezione "a me" in Giov. 14:14. Questa è la possibile ragione per cui il Comitato traduttori TNM, avendo preferito mettervi la lezione principale, non ha ritenuto necessario includervi quella nota che, secondo l'opinione di Bowman, "sarebbe stata doverosa". Ma se Bowman avesse ragione, si dovrebbe aspettare che si dica altrettanto della versione di Goodspeed. Come mai? Perché anche Goodspeed usò il testo greco di Westcott e Hort nella The Bible-An American Translation. E se "a me" in Giov. 14:14 fosse la lezione secondaria, allora, secondo Bowman, Goodspeed avrebbe dovuto aggiungervi "per lo meno" una nota ad indicare una lezione secondaria, anziché primaria, del testo greco di Westcott e Hort.

Nel 1984 la TNM subì una revisione. Vi fu fatto notare che il testo greco delle Scritture Greche Cristiane del cosiddetto Nuovo Testamento era basato non solo sui testi di Westcott e Hort, Nestle, Bover e Merk, ma anche di altri. Se mi consentite di rammentarvelo, Bowman affermò "E' vero che alcuni manoscritti greci più antichi omisero questo particolare, ma i più recenti lo inclusero, come la maggior parte delle edizioni moderne del NT greco (incluse quelle usate dai TdG come testi di supporto e confronto nella TNM)". Ma nella Edizione con Riferimenti della TNM del 1984 troviamo una nota sotto Giov. 14:14, che ci fa sapere che "a me" non è riportato nel testo greco dei seguenti manoscritti: Codice Alessandrino (V secolo), Bezae, Greco e Latino (V e VI secolo) e le Antiche Versioni Latine (dal II al IV secolo). Quelle che contengono "a me" sono: Papiro Bodmer 2 (circa 200 E.V.), Codice Sinaitico (IV secolo), Vaticano 1209 (IV secolo), Freer Gospels (V secolo), Vulgata Latina di Gerolamo (circa 400 E.V.), Versione Siriaca Philoxenian-Harclean (VI e VII secolo), Siriaca Pescitta, Cristiano-Aramaica (V secolo).

Tuttavia, la nota attesta pure che la lezione priva di "a me" in Giov. 14:14 è in sintonia con Giov. 15:16 e 16:23. Se Gesù avesse detto "Chiederete a me ogni cosa…" in Giov. 14:14, si sarebbe contraddetto più avanti in Giov. 15:16 e 16:23, dove rispettivamente dichiara "…affinché qualunque cosa chiedete al Padre nel mio nome egli ve la dia" e "E in quel giorno non mi farete nessuna domanda. Verissimamente vi dico: Se chiederete al Padre qualche cosa egli ve la darà nel mio nome". Senza dubbio questi altri elementi hanno motivato il Comitato traduttori TNM ad omettere "a me". (Fate il confronto con quanto è dichiarato nella prefazione dei The Complete Gospels, Annotated Scholars Version [I Vangeli completi, Versione erudita corredata di note] (editore Robert J. Miller, 1994, edizione riveduta e ampliata) "Il collegio dei traduttori si è impegnato a costituire un suo proprio testo greco nelle centinaia di passi in cui i manoscritti originali differiscono fra di loro.

In queste decisioni ci discostiamo spesso dal testo greco che sta alla base di altre traduzioni". In Giov. 14:14 questa versione dice: "Se chiederete qualche cosa usando il mio nome, la farò". Notate che nemmeno qui si trova "a me".

Anche la The Revised English Bible Bibbia inglese riveduta] del 1989 mostrò senza dubbio di sapere che, come dichiarò Bowman "..alcuni manoscritti greci più antichi omisero quest'espressione, al contrario della maggior parte dei manoscritti più recenti e delle edizioni moderne del NT greco (incluse quelle usate dai TdG come testi di supporto e confronto nella TNM)". Finora nemmeno loro, come la TNM, includono la lezione "a me" nella dichiarazione fatta da Gesù in Giov. 14:14. Questo è tutto quello che Bowman ha saputo portare come esempio degli "estremi preconcetti" del Comitato traduttori TNM! Ci sarebbe da meravigliarsi di chi sia realmente colpevole di "estremi preconcetti"!!!

 

Leggiamo uno degli ultimi commenti di Bowman:

"Ci sono svariati tipi di traduzioni scorrette nella TNM… come quella che notiamo di Col. 1:19 "poiché [Dio] ritenne bene di far dimorare in lui tutta la pienezza". [Qui Bowman tratta una questione di sintassi inglese, inerente all'articolo determinativo "the", la cui omissione davanti a "pienezza", secondo lui, creerebbe ambiguità, mentre, al contrario, l'aggiunta di questo articolo farebbe chiarezza sulla "pienezza" della qualità di Dio] (confr. Col.2:9)" [In inglese "all" = "tutta"; "fullness" = "pienezza"; secondo Bowman, si sarebbe dovuto mettere "the" fra le due parole]

Ma anche le versioni di Robert Knox, Andy Gaus e Ferrar Fenton omettono l'articolo determinativo "the" davanti a "pienezza". Inoltre, c'è da sottolineare che questa "pienezza" era del Figlio, poiché Dio "ritenne bene" (TNM, Gk; "eudokesen" aoristo indicativo attivo di "eudokew") o "piacque al Padre" (KJV) che fosse così. Allora, qualunque cosa fosse questa "pienezza", essa apparteneva al Figlio "per scelta di Dio" (New English Bible) e non perché il Figlio fosse "Dio". Come conferma Francis Young, professore di studi del NT all'Università di Birmingham in Inghilterra, a proposito di questa parola ["eudokesen"] "…la pienezza di Dio si compiaceva di dimorare in lui…era una scelta, un volere, un proposito o elezione piuttosto che un'essenziale natura derivata".

In greco, l'articolo è usato di frequente davanti a sostantivi ed ha generalmente un valore di definitezza, mentre la sua assenza potrebbe ancora significare il contrario. Ma il fatto è che l'articolo determinativo non è sempre necessario in una versione inglese. Se il sostantivo greco è astratto, spesso i traduttori non usano l'articolo determinativo inglese "the". [Anche se nel testo greco esiste l'articolo determinativo] Giov. 4:22 "salvezza", 1 Giov. 4:22 "amore" "timore", Riv. 2:10 "vita" sono buoni esempi [nel testo inglese, ovviamente].

Comunque stiano le cose con Col. 1:19 e il significato di questa "pienezza", sta di fatto che il suo contesto non impedisce alla teologia del singolo traduttore d'influire in modo determinante sul modo di tradurre questo passo biblico. Che l'articolo inglese "the" sia o meno usato davanti a "pienezza", si potrebbe comunque pervenire ad un intendimento differente da quello trinitario che ha Bowman. Pertanto queste cose non provano che la TNM sia "peggiore" di altre versioni citate più sopra.

 

Concludendo l'esame di queste critiche di Bowman

La maggior parte di queste critiche fatte alla TNM, che abbiamo trovato nel giornale menzionato, sono insignificanti. Per non esporsi troppo e sentirsi più sicuro, Bowman non va oltre nel trattare ogni aspetto della TNM (come, ad esempio, quello del nome divino "Geova" dove, in tutti i manoscritti del NT, c'è "Signore"). Ma appare chiaro che sono le sue personali opinioni teologiche ad interferire in un'onesta ed imparziale veduta delle cose.

Quelli che condividono i suoi punti di vista amano quello che leggono [dei suoi commenti]. Ma egli ha raggiunto un solo scopo: quello di portare alla luce il suo spirito polemico, ma non quello di provare d'essere leale o imparziale. Pertanto le sue critiche, con le quali ha accusato la TNM di contenere pregiudizi teologici ed errori di traduzione, sono da considerare di dubbio valore, se mai ne avessero alcuno.


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