Troppa intolleranza religiosa

Troppa intolleranza religiosa,
denuncia un rapporto Usa

6 settembre 2000
Articolo messo in Rete alle 12:51 ora italiana (10:51 GMT)

Il Dipartimento di Stato accusa nemici e alleati

State Department

144 Paesi affermano di rispettare la libertà religiosa: per gli Usa, pochi lo fanno

 

NEW YORK (CNN) -- "La triste verità è che l'intolleranza religiosa è ancora troppo comune in troppi luoghi". Con queste parole il segretario di Stato Madeleine Albright ha presentato alla stampa il secondo rapporto del Dipartimento di Stato americano sulla libertà religiosa nel mondo, un volume "che mette in gran parte tristezza".

Dal rapporto, aggiornato a giugno 2000, emerge che la maggior parte della popolazione mondiale vive in Paesi dove il diritto alla libertà di religione "è limitato o proibito", e questo nonostante il fatto che ben 144 di essi, la vasta maggioranza degli Stati esistenti, abbiano sottoscritto un accordo internazionale che riconosce il diritto di ognuno alla libertà di culto.

Nella lista dei Paesi che perseguono i propri cittadini per motivi religiosi compaiono dei nomi noti come Cina, Iraq, Iran, Sudan e Myanmar (l'ex Birmania). Non mancano alleati degli Stati Uniti, come l'Arabia Saudita. E ci sono anche delle sorprese: Germania e Francia, per esempio.

 

Situazione peggiorata in Cina

La Cina è un Paese dove il rispetto per la libertà religiosa si è "deteriorato in modo marcato" negli ultimi anni, secondo il Dipartimento di Stato. Il governo perseguita i membri della setta Falun Gong e i buddhisti tibetani e, secondo una fonte "credibile", in almeno un caso una persona detenuta per la sua appartenenza alla Falun Gong è morta per le sevizie subite in carcere. Una critica che pesa per l'importanza della fonte da cui proviene e per la coincidenza con il voto del Congresso, che questo mese deve decidere se approvare un provvedimento che normalizza le relazioni commerciali con Pechino.

I buddhisti sono perseguitati anche in Myanmar, pur essendo maggioranza. Questo non toglie, però, che - secondo il rapporto - il governo utilizzi mezzi coercitivi per convertire al buddhismo i cristiani dell'etnia minoritaria Chin. Una discriminazione che continua nonostante recenti sanzioni da parte statunitense decise proprio in risposta a queste persecuzioni religiose.

 

Problemi nei Paesi musulmani

In Arabia Saudita semplicemente la libertà religiosa "non esiste". In altri Paesi musulmani, campagne di intimidazione e persino ondate di esecuzioni sommarie tendono a impedire l'esercizio del proprio culto o a convertire i seguaci all'Islam.

E' il caso dell'Iran, con un riferimento particolare per il recente processo a dieci cittadini ebrei accusati di spionaggio e "privati quasi di ogni mezzo di difesa", poi condannati.
Peggiore la situazione dell'Iraq, con gravi persecuzioni e condanne a morte contro gli sciiti del Sud del Paese, musulmani ma di osservanza diversa dalla sunnita cui appartiene Saddam Hussein.

Non è migliore il caso del Sudan, dove nel quadro della guerra civile tra il Nord musulmano e il Sud cristiano e animista si registrano numerosi casi di persone tratte in schiavitù "sostenuta dal governo". E nell'area mediorientale, il Dipartimento di Stato non risparmia strali al fedele alleato israeliano che perseguita la popolazione araba (e musulmana) mediante "varie forme di discriminazione".

 

I cattivi sono anche in Europa

Chi ritiene che l'Europa sia il paradiso della libertà religiosa si inganna, secondo la diplomazia statunitense. La Francia, patria della dichiarazione dei diritti dell'uomo, è accomunata alla Germania, al Belgio, all'Austria e alla Repubblica Ceca nella lista dei Paesi che si sono resi responsabili di aver osteggiato forme di religione associate a sette, tra cui i Testimoni di Geova e Scientology.

In questo quadro di pochissima speranza, ci sono in realtà alcuni punti di luce. Qualche Paese ha visto migliorare il proprio status: è il caso dell'Azerbaigian e del Laos. Il presidente della repubblica ex sovietica, a maggioranza musulmana, ha promesso di migliorare la situazione delle minoranza religiose; il governo del Paese asiatico invece ha liberato un vasto gruppo di cristiani che era stato arrestato a causa della propria fede.

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