Ritrovato il teschio
della Orlandi?
Ritrovato
il teschio della Orlandi?
Lo
sostiene il quotidiano Liberazione che, partendo dal ritorvamento avvenuto a Roma il 14
maggio, ricostruisce una vicenda sulla quale carabinieri e Vaticano indagano nel massimo
riserbo.
La
Santa Sede: "No comment".
ROMA-Il
teschio ritrovato a Roma il 14 maggio scorso nella chiesa di San Gregorio VII, a due passi
dal Vaticano, potrebbe essere quello di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa il 22
giugno del 1983 e di cui da allora non si è saputo più nulla. Lo scrive il quotidiano
Liberazione sostenendo che questa è stata la prima ipotesi presa in considerazione da
carabinieri e servizi segreti vaticani. Il teschio fu rinvenuto da una signora in uno dei
confessionali della chiesa dove, con tutta probabilità, fu collocato il giorno
precedente. Da allora è calato il silenzio su una vicenda della quale allora parlò anche
qualche giornale locale. Massimo riserbo da parte dei militari e della Santa Sede anche
sull'ipotesi avanzata dal giornale comunista che, nell'articolo, sottolinea come il
ritrovamento sia avvenuto nel ventesimo anniversario dell'attentato al Papa ad opera di
Ali Agca. Questa coincidenza, messa in relazione con i recenti episodi di terrorismo in
Italia, fa supporre al quotidiano comunista che il teschio possa essere una sorta di
"avvertimento" alla Santa Sede, forse da parte di una "intelligence
dell'eversione capace di essere punto di riferimento per l'aggregazione di interessi
criminali". Anche il Vaticano potrebbe essere, sempre secondo la ricostruzione di
Liberazione, un obiettivo, forse perché "un Papa che condanna il razzismo e che
oppone alla discriminazione può dare fastidio perché mette in discussione il sistema
delle disuguaglianze che è stato sempre il terreno più fertile per l'inquinamento
mafioso ed eversivo dello stato". Emanuela Orlandi scomparve nel giugno del 1983. Da
allora sulla sua sorte il mistero è stato fitto. Il nome della ragazza, cittadina
vaticana e figlia di Ercole Orlandi, un messo della Prefettura pontificia, è più volte
uscito nelle indagini sull'attentato al Papa. Pochi giorni dopo la scomparsa i genitori
ricevettero delle telefonate anonime in cui si diceva che la figlia fosse stata rapita dai
Lupi Grigi, la formazione terroristica turca in cui militava Ali Agca. Alla famiglia fu
fatto recapitare anche un messaggio in cui si chiedeva la liberazione del terrorista turco
pena la morte di Emanuela, messaggio accompagnato da un documento di identità della
Orlandi. Poi arrivarono le numerose e diverse versioni di Agca, che contribuirono ancor di
più a confondere le acque su un mistero che, a vent'anni di distanza, continua a
riservare sorprese. (28 AGOSTO 2001; ORE 21:22)
http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,71106,00.html
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